18 dicembre 2022, il sole splende e riscalda Napoli già dalle prime ore del mattino di un mite inverno mediterraneo. Nel mentre Piazza Dante, nel cuore della città, si riempie di persone, turisti e soprattutto tifosi.
Argentini da tutta Italia tramite i social network si sono organizzati per passare la giornata insieme nella città di Diego Armando Maradona. Una giornata per farsi forza e sognare, per sentirsi meno soli, per sentirsi a casa nel posto più argentino d’Europa.
Napoli per gli argentini è casa, una casa nel vecchio continente, come d’altronde un po’ tutta l’Italia, grazie a un fil rouge, o meglio azzurro, che unisce le due nazioni da sempre, dalle prime immigrazioni di fine ‘800. In Argentina vivono 45 milioni di persone e circa la metà hanno origini italiane.
Dal punto di vista meramente calcistico, invece, tanti sono i calciatori argentini che hanno fatto la storia della Serie A, su tutti Diego Armando Maradona. La sua è ormai una figura che trascende il calcio, in madre patria come a Napoli, sua città d’adozione. I tifosi dell’Albiceleste lo sanno e hanno ben pensato di riunirsi nella città partenopea in vista della finale di Qatar 2022, accolti dalla passione dei napoletani.
Il nome di Maradona e Messi riecheggia sulle tante maglie in piazza, per una domenica mattina speciale già ricca di emozioni. Le bandiere sventolano alte accompagnate dal ritmo dei tamburi, mentre ognuno si prepara come può per il grande evento. C’è chi smorza la tensione cantando, chi sorseggiando mate o assaporando le empanadas. Piazza Dante sembra una piccola Plaza de la República.
Al riempirsi della piazza si intravedono sempre più maglie Albiceleste, attuali e non solo, come la numero 10 di Riquelme o la 19 di Martin Palermo. Immancabili sono anche le maglie del Boca Junior e del River Plate, oggi fianco a fianco per un grande sogno.
Gli occhi di molti sono già lucidi, esser lì, insieme, è già di per se speciale. C’è chi viene dal nord Italia e chi dal sud, con una notte in treno alle spalle, ma con tutta l’energia del mondo per sostenere al meglio la maglia, aiutati anche dal sostegno e dalla speranza dei napoletani: “Ci pensa Diego dall’alto”.
Il pellegrinaggio da Diego
Alle due del pomeriggio il cuore della piazza ormai pulsa al ritmo di “Muchachos”, grazie all’euforia di quasi mille argentini pronti a spostarsi per un pellegrinaggio dovuto e sentito. L’onda Albiceleste si sposta su via Toledo per attraversare i vicoli dei Quartieri Spagnoli, in modo compatto e gioioso, attirando ancor di più l’attenzione dei passanti e coinvolgendo la città. La destinazione da raggiungere è il cosiddetto Largo Maradona, dov’è situato lo storico murale realizzato negli anni ’90 per la scudetto del Napoli, luogo simbolo dell’amore per Diego e luogo ideale dove continuare al meglio la festa in attesa del fischio d’inizio.
Fra i tanti cori la mattinata passa in fretta, c’è clima festa, ma al fischio d’inizio è tempo di concentrarsi. Alle 16.00 i tifosi sono in ogni angolo della città, fra bar e pizzerie. Largo Maradona, Piazza Dante e Piazza Miraglia sono i luoghi prescelti. Fra loro, anche alcuni turisti francesi, ma in netta minoranza.
Per loro tutto sembra filare liscio, in campo c’è solo l’Argentina ed il vantaggio per 2-0 sembra poter trasformare in realtà il sogno tanto atteso. Ma a 10 minuti dal termine, in una manciata di secondi arriva prima il 2-1 e poi il pareggio per la Francia. In città cala il silenzio, riaffiorano i brutti ricordi delle finali perse, ma l’Argentina ci crede e i tifosi non si perdono d’animo. La partita è un saliscendi di emozioni, una favola che in un attimo può trasformarsi in tragedia. Prima il nuovo vantaggio con Messi e poi ancora Mbappé. La tensione è palpabile, ma la parata sul finale di Martinez per l’Argentina carica i tifosi, pronti a soffrire con i calci di rigore. Arriva il lieto fine, l’Argentina è campione del mondo.
Il sogno è realtà e nessuno sembra crederci. Ora è tempo di festeggiare. I tanti argentini giunti in città si ritrovano a Piazza Dante, pronti a cantare anche se ormai senza voce e con le lacrime agli occhi, fra abbracci e tante videochiamate dall’altra parte del mondo. L’Argentina è lontana, ma a Napoli manca un po’ di meno.