A partire dalla fine degli anni ’70, con la nascita della cultura Hip Hop, si è diffuso il concetto di Jam: ovvero un momento dove mettere in gioco le proprie qualità nelle varie discipline della cultura, come graffiti, brakdance, rap e beatbox, ma soprattutto un momento per stare insieme e divertirsi.
”Peace, unity, love and having fun” dice Afrika Bambata, fra i padri di questa cultura, un motto, ma anche un’attitudine spesso dimentica o proprio ignorata, soprattutto da chi si avvicina all’hip hop solo attraverso il rap odierno, fra instagram stories ed hype.
C’è chi però non dimentica le origini e lo spirito giusto ed annualmente ricrea la giusta atmosfera nella città partenopea, attraverso anche ospiti internazionali – in particolar modo writer. Dal 2012 a Napoli, presso il Parco Totò di Bagnoli, si svolge il Back To The Style – International Graffiti Jam.
In occasione della nuova edizione, che si terrà il 22 ed il 23 di settembre, abbiamo intervistato gli organizzatori.
https://www.instagram.com/p/BnzHcOlDPAV/?hl=it&taken-by=backtothestyle_graffitijam
Cosa vi ha spinto nel 2012 a realizzare annualmente una jam (con ospiti interazionali)? Raccontateci la vostra storia
Siamo un team di writers campani di età eterogenea che si è consolidato nel tempo, anche grazie al BTTS. L’ evento nasce dalla volontà di creare un punto di riferimento italiano ma anche europeo per il mondo dei graffiti, dando spazio a chi vive attivamente la scena locale e inserendo ogni anno nella line-up una selezione sempre diversa di artisti di fama interazionale.
Qual è la risposta della città di Napoli, soprattutto quella dei meno appassionati, alla jam?
Anno dopo anno cerchiamo di espandere il programma dell’ evento (che nella sua data ufficiale è passato da uno a due giorni) aggiungendo attività collaterali che possano interessare un pubblico di tutte le età. Oltre alle murate realizzate di solito nell’ arco di 5-6 giorni, che coinvolgono esclusivamente lo staff + le guest artists, durante il week end ufficiale dell’ evento si svolgono laboratori di sketch per i più piccoli, workshop di danza, e altre attività. L’ intento è appunto di coinvolgere un pubblico che prescinda dall’ amatore “standard” del mondo di graffiti e hip-hop. E la risposta è ogni anno positiva.
Quest’anno la trama del muro fra i veri pezzi sarà comune o ognuno sceglie il proprio tema?Sono due-tre anni se non di più che la direzione artistica del BTTS ha preso la decisione di non imporre un tema comune alle murate, considerando qualsiasi genere di tematica come una sorta di freno alla libertà artistica del writer, che inoltre è libero di scegliere una selezione di colori a sua discrezione per i pezzi cosi da non avere nessun tipo di vincolo.
Non solo graffiti, ma anche rap e breakdance. Evolvendo la musica in nuove forme crossover, come il ballo stesso, in che modo si evolve il concetto di jam?
Un po’ alla stessa maniera di quanto detto prima, coinvolgendo più fasce d’età ed un pubblico più ampio, è inevitabile che tutto si inserisca in un flusso che cambia al passare del tempo. La musica e la danza ne risentono tantissimo, tant’ è vero che quello che si vedrà sarà una riflessione di questo cambiamento…
Spesso i graffiti vengono collegati alla street art, per voi sono due facce della stessa medaglia o due movimenti artistici diversi?
Beh, questa è una domanda a cui ognuno ha la sua personale risposta. Parlando a nome del nostro team, si può dire che bene o male nessuno di noi disdegna o è ostile alla street art intesa in senso comune, ma per il BTTS preferiamo comunque mantenere un target più orientato alle lettere in senso “classicista”… Ciò nonostante questo non esclude, ed è innegabile, che soprattutto ultimamente molti writers anche di livello alto possano aver incentrato la loro produzione maggiormente sulla streetart, e/o viceversa. Forse l’ importante, soprattutto per chi ne parla o per un pubblico critico, sarebbe non avere fretta di etichettare?
Continuando a parlare di street art, spesso con essa si parla di riqualificazione artistica, ma anche quanto fate annualmente a Bagnoli è una riqualificazione, siete d’accordo o la jam è giusto un momento per stare insieme, fine a se stesso?
Beh, se poteste vedere le condizioni di alcune delle aree prima e dopo il BTTS, la risposta riguardo la questione riqualificazione sarebbe ovvia! Naturalmente per il nostro staff (e ci auguriamo anche per tutto il nostro pubblico) la jam rappresenta anche un grandissimo momento di aggregazione, condivisione e divertimento. Lo aspettiamo ogni volta per un anno con ansia!
Napoli con i graffiti ha sempre detto la sua, ci sono crew che hanno fatto la storia, ma oggi com’è la situazione in città?
Puoi dire di aver fatto la storia solo dopo molti anni, ma crediamo ci siano pochi dubbi nel dire che il nostro è uno degli eventi maggiori in Italia, se non in Europa. In città e nei dintorni ci sono sempre più piccole generazioni di writers, spinti dall’ interesse per i graffiti e dall’ apertura sempre più ampia delle istituzioni a questa forma d’ arte.
Nella la scena internazionale come in quella locale, chi sono i writers da tenere d’occhio?
Questa è un’ altra domanda dalla personalissima risposta, ma se vogliamo essere oggettivi, ormai ci sono così tanti talenti a livello internazionale che sarebbe possibile elencarli tutti. Possiamo però dire la nostra su alcuni degli ospiti che negli anni abbiamo avuto il piacere di ospitare a Napoli, grandi artisti nonché grandi persone: Ces, Yes2, Trim1 da New York, veri masters of style; Rime, fantastico; Defy, da Puerto Rico, simpaticissimo, super-clean e super-fresh; Rage, dalla Spagna, un amicone e un continuo innovatore; Aroe, inglese, super-tuff…e moltissimi altri.
Per quanto riguarda la scena locale… tenete d’occhio il muro del Parco Totò il prossimo weekend!
https://www.instagram.com/p/Bl59p5CjxWg/?hl=it&taken-by=backtothestyle_graffitijam