Nella penultima settimana di maggio il celebre artista britannico, Banksy, attraverso il suo account Instagram ha mostrato al mondo la sua presenza a Venezia, prima attraverso un’esposizione abusiva nelle strade della città italiana e successivamente rivendicando la paternità di uno stencil, notato dagli appassionati già da tempo.
Dunque se fino ad oggi l’unica città della penisola italiana ad ospitare la firma del celebre artista era Napoli, ora bisogna aggiungere alla lista anche la città veneta.
Spesso ci si è chiesti come mai proprio Napoli, ipotizzando varie risposte (clicca qui) e collegandosi a varie teorie – infondate – circa la vera identità dell’artista ed una sua passione per il Napoli calcio.
Una cosa è certa, Venezia è diametralmente diversa da Napoli.
La città veneta però è un polo importante per il mondo dell’arte contemporanea e per tanto Banksy non poteva mancarvi. Nella città di Venezia si svolge la celebre Biennale, fra gli eventi più importanti e prestigiosi dell’arte contemporanea, in grado di ospitare, negli anni, artisti come Klimt, Picasso, Mirò e non solo.
L’artista britannico però non è mai stato invitato all’appuntamento veneziano, nonostante sia riconosciuto fra i più importanti artisti dei nostri giorni. Pertanto si è auto-invitato, cogliendo l’occasione per farsi sentire, realizzando due opere, sia per rimarcare questa sua assenza sia per rimarcare un problema importante della città ed un altro italiano, quanto europeo.
Apparso durante lo svolgimento della Biennale, rivendicato solo successivamente, è lo stencil di un bambino con indosso un giubbotto di salvataggio ed in mano un razzo segnaletico. L’artista, dunque, torna a denunciare le morti nel mar mediterraneo e lo fa in un’occasione d’oro, a cavallo fra uno degli appuntamenti più importanti dell’arte contemporanea e le elezioni europee.
La vera mossa vincente però è la sua seconda opera apparsa nella città veneta; si tratta di una bancarella in cui i quadri esposti ne compongono uno più ampio. L’opera viene presentata attraverso un video su Instagram, ricco di dettagli ben curati (dai commenti dei passanti all’inquadratura finale), pronto a sottolineare il problema delle navi da crociera nella laguna veneta.
Banksy è stato a Venezia facendo Banksy quindi. Ben venga il mancato invito, in tal senso. Probabilmente un suo invito ufficiale alla Biennale avrebbe banalizzato le sue opere, facendole rientrare in un contesto totalmente diverso.
Ben venga che Banksy sia tornato in Italia. Se agli inizi degli anni 2000 Napoli poteva rappresentare una location perfetta per sottolineare la vena di strada dell’artista britannico ora è giusto che quest’ultimo si imponga a Venezia e nel mondo dell’arte contemporanea, ma a modo suo.
Due mosse giuste in due momenti diversi.