Biggie a fumetti: intervista a Paolo Gallina

Classe 1988, nato a Treviso dove ha frequentato il liceo artistico e dove tutt’oggi risiede, quando non è in giro per l’Italia a presentare i suoi lavori; Paolo Gallina è uno dei fumettisti più interessanti del panorama italiano. Laureato all’Accademia delle Belle Arti di Venezia nel 2013, negli anni ha lavorato a svariati progetti ricevendo diversi premi e riconoscimenti.

Lo abbiamo intervistato dopo essere rimasti molto colpiti dal suo ultimo lavoro, realizzato insieme ad Antonio Solinas e pubblicato da BeccoGiallo Editore: THE NOTORIOUS B.I.G – IL CIELO È IL LIMITE 

Ciao Paolo e grazie per aver accettato l’intervista, come sai Escape tratta molto di musica Hip-Hop e Biggie è uno dei mostri sacri di questa cultura. 

Prima di parlare del tuo ultimo lavoro però sono curioso di sapere come è nata la tua passione per i fumetti e negli anni quali sono state le tue fonti dispirazione?

Ciao e grazie mille per l’invito. Sono sempre stato un lettore vorace di fumetti, la passione mi accompagna fin da piccolo. Ho dei gusti piuttosto vari e molte influenze, fra gli autori che hanno segnato il mio modo di disegnare posso nominarti Giorgio Cavazzano, Frank Miller, Alex Toth e Ferdinando Tacconi.

Parlaci del tuo processo creativo, come nascono i tuoi disegni? Quand’è che ti vengono le idee che poi trasformi su carta?

Le idee solitamente mi arrivano dalla vita quotidiana o dalla visione di altre opere, siano film, libri, serie tv o altro. I miei disegni possono nascere però anche da una collaborazione, come nel caso di una sceneggiatura per un fumetto o dalla richiesta di illustrare un romanzo, un articolo o quant’altro. Sia che l’idea parta da me o che sia frutto di una collaborazione, quello che cerco di fare è approfondire e conoscere ciò che dovrò disegnare in modo da poterlo metterla su carta in maniera originale e il meno superficialmente possibile. 

A livello musicale invece? Ascolti molto hip-hop? Quali sono i tuoi artisti preferiti?

L’hip hop è uno dei miei generi preferiti, mi piace in molte delle sue incarnazioni. Fra i miei artisti preferiti, esclusi i protagoniisti dei fumetti realizzati con Antonip, metterei Dr. Dre e Snoop Dogg, il Wu Tang Clan, Colle Der Fomento, Noyz Narcos, ZillaKami e Ketama 126.

Parliamo del tuo ultimo lavoro, una graphic novel realizzata insieme ad Antonio Solinas, che racconta la storia del rapper di Brooklyn, Notorius B.I.G. 

Prima domanda, come mai avete scelto di realizzare un’opera su Biggie? Forse non tutti sanno che nel 2016, avevate già realizzato insieme un lavoro simile con protagonista un’altra figura leggendaria dell’Hip-Hop come Tupac Shakur. Non ti chiederò chi dei due preferisci musicalmente ma quale dei due personaggi ti ha stimolato di più disegnare?

La graphic novel su Notorious B.I.G. nasce dalla bella esperienza che abbiamo vissuto io e Antonio realizzando il fumetto su Tupac. Anche la vita di Biggie ci sembrava una storia perfetta per essere raccontata e così siamo andati a chiudere un cerchio aperto con il libro precedente, dato che le due vicende sono connesse fra loro. Fra i due rapper Notorious è stato più facile da ritrarre, la sua fisionomia è molto marcata e si presta ad essere sintetizzata. Per Tupac invece ci è voluto un po’ per capire come disegnarlo, ha un volto molto particolare ma anche molto affascinante.

Per un lavoro del genere quanto tempo occorre? E soprattutto, quali sono le difficoltà che si possono affrontare durante il percorso?

Il fumetto ha richiesto una lavorazione lunga, da quando abbiamo iniziato sono passati alcuni anni. Questo è dovuto in parte al fatto che abbiamo portato avanti la lavorazione del libro assieme ad altri progetti, ma soprattutto perché realizzare una biografia richiede un enorme documentazione e noi abbiamo voluto essere il più precisi possibile.

In futuro ti piacerebbe disegnare un altro rapper? Magari italiano? Ho visto la foto al Lucca Comics con Ensi…

Conoscere Ensi è stato un piacere e un onore, è stato molto gentile e ci siamo scambiati i fumetti. Lui è appena uscito con il graphic novel Santuario 2105, realizzato con lo sceneggiatore Alex Crippa e il disegnatore Prenzy, veramente molto bello, leggetelo! Se dovessi partecipare ad un progetto simile mi piacerebbe farlo con Noyz Narcos, uno dei miei rapper preferiti.

Sfogliando il tuo sito web possiamo trovare un’infinità di lavori, a quale sei più affezionato e quale ti ha dato più soddisfazione una volta pubblicato?

Fra i lavori a cui guardo con più soddisfazione ci sono le antologie realizzate assieme al mio collettivo Super Squalo Terrore, in cui ho avuto la possibilità di portare avanti un progetto di gruppo. Per noi fumettisti, abituati a lavorare molto in maniera solitaria, questo aspetto è molto importante.

Oltre alle due graphic novel di cui abbiamo parlato tengo molto alle illustrazioni per i romanzi della serie Tim Specter, di cui è uscito da poco il terzo capitolo.

So che negli anni, prima di diventare un fumettista e illustratore a tutti gli effetti, hai anche dipinto, ampliando quella che era la tua visione iniziale. A tal proposito volevo chiederti un parere sulla Street Art.

Durante gli anni dell’Accademia di Belle Arti ho dipinto, anche se con un approccio molto simile a quello che ho tuttora con il disegno. La street art è un mondo affascinante, mi piace molto come modo di intendere il contesto urbano. La mia produzione principalmente è su carta o digitale ma quando mi è capitato di fare degli interventi su dei muri è sempre stato molto piacevole e spero di avere la possibilità di rifarlo in futuro.

Per concludere, che consiglio daresti ai più giovani che sognano di percorrere il tuo stesso percorso artistico?

Non credo che i giovani abbiano bisogno di molti consigli, l’unica cosa che posso suggerire è di capire cosa piace fare davvero ed evitare di imbarcarsi in progetti che non sentono propri o, peggio, noiosi.

Roberto Pezzolla
Roberto Pezzolla
Classe 96. Napoli. 🖊

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