Co’Sang, nun è mai fernut

Se si parla di cultura urbana a Napoli, non si può non parlare dei Co’Sang.

La città partenopea ha sempre sfornato hip hop, Napoli è hip-hop, ma l’impatto del duo dell’area nord è unico e rappresentano molto di più di un semplice gruppo rap. Dal 14 febbraio 2012, dopo il loro scioglimento, le speranze di rivederli insieme erano davvero poche. Eppure, in questo 2024, è stata riscritta la storia, aprendo un nuovo capitolo.

I Co’Sang sono tornati ed è arrivata nuova musica. Prima dell’annuncio dell’album, si è parlato in un articolo di “tempo di verità”, e ora, con l’uscita del nuovo album Dinastia, si apre una nuova fase della loro carriera. Un progetto che ha richiesto tempo per essere davvero compreso e giudicato, data la lunga pausa e il cambiamento del panorama musicale negli anni trascorsi dall’ultimo disco.

Rap serio, del 2024

Con Dinastia, i Co’Sang presentano un’opera che racchiude tutte le sfumature del rap moderno del 2024. La qualità delle produzioni e delle rime è impeccabile, dimostrando l’evoluzione del duo e la loro capacità di restare al passo con i tempi, senza perdere l’autenticità che li ha sempre contraddistinti. È un disco che suona fresco, ma coerente con il passato, del gruppo e delle loro carriere da solisti.

Nonostante la raffinatezza del progetto però, alcuni elementi iconici del vecchio stile dei Co’Sang sembrano mancare.

Le parti parlate, un tratto distintivo degli album precedenti, che immergevano l’ascoltatore direttamente nelle strade di Napoli, come i campioni in Buonanotte Pt.1 o in Casa Mia, qui risultano assenti. Tuttavia, dopo oltre dieci anni, i Co’Sang hanno scelto, anche giustamente, di parlare solo attraverso le rime.

Ma il vero punto debole dell’album è l’assenza di uno storytelling che racconti la città di oggi, un elemento fondamentale nei dischi precedenti. Manca quel racconto diretto della realtà contemporanea che in passato li ha resi iconici, quel tipo di verità a cui si faceva riferimento nell’articolo pre-Dinastia.

La verità che non ci si aspettava

Con il nuovo album i Co’Sang, invece, portano un’altra verità: un rap che continua a essere magnifico, fra tecnica e sonorità.

La “verità” che emerge da questo terzo album non è quella del passato, ma parla di un rap di alta qualità, in un’epoca in cui la musica viene consumata rapidamente e dimenticata altrettanto velocemente. La stessa qualità, che finalmente porta i Co’Sang in classifica al primo posto in classifica FIMI.

Una dinastia senza fine

Dinastia non è solo un titolo, ma una dichiarazione d’intenti. I Co’Sang sono tornati per dimostrare che il loro impatto sulla cultura urbana non è mai finito. L’evoluzione è evidente, ma il legame con le loro radici e il pubblico rimane forte. Anche se mancano alcuni elementi del passato, l’essenza resta intatta. Questo album segna un nuovo capitolo nella storia dei Co’Sang e dimostra che, anche dopo tanti anni, la loro eredità nun è mai fernute.

Daniele Carrano
Daniele Carrano
Scrivo per il piacere di confrontarmi con gli altri. Co-fondatore di Escape Vision.

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