Daniele Lepore è giovane fotografo partenopeo le cui foto si basano particolarmente su due linee guida: il richiamo al vintage e l’attenzione per i dettagli!
La sua è una fotografia facilmente riconoscibile, grazie alle atmosfere inusuali che riesce a creare, atmosfere che trasudano di dettagli nonostante la semplicità delle scene. Il centro di quest’ultime sono le donne, ma nonostante ciò attraverso ognuna di esse riesce a creare storytelling sempre differenti ambientati in luoghi fuori dal tempo. Lo abbiamo intervistato, per entrare nel suo mondo e scoprirne di più.
Da piccolo non ho mai saputo che fare da grande, però sapevo che amavo disegnare. Sono sempre stato un po’ legato all’arte, essendo secondo genito sono sempre stato quello un po’ più estroverso. A 23 anni poi mi sono ritrovato laureato in scienze politiche, influenzato da mio fratello e dalla mia famiglia e per festeggiare sono andato in India con dei miei amici reporter. Grazie a questo viaggio è nata la mia passione per la fotografia, grazie a questo viaggio ho trovato me stesso e la mia strada.
Lo stile delle tue foto è parecchio riconoscibile, nonostante tu abbia vari soggetti. Cosa e chi preferisci fotografare?
Ho fotografato ad eventi, in locali, poi ho scelto di dedicarmi a situazioni di vita quotidiana. Mi piace scattare le persone, per la precisione ciò che più amo: le donne. Le amo proprio come bellezza in generale; fisicamente l’uomo è brutto. Cerco però sempre soggetti particolari con una bellezza ‘’border line’’, ho fotografato anche uomini ma sempre molto particolari, magari un filo rock e soprattutto vintage.
A proposito di vintage e di donne. Gli scenari delle tue fotografie non sono contemporanei. Come mai, i giorni odierni cos’hanno che non va?
Sono odierni; solo fra vent’anni ci renderemo conto di questi giorni. Io ho vissuto a pieno gli anni 90 e i primi del 2000, mentre li vivevo non capivo cosa stesse accadendo. Ora ti posso dire che mi piace rivivere quegli anni attraverso le foto, ma anche andare più indietro, magari negli anni ’70.
Il mio primo profilo instagram si chiamava ‘’The Vintage’’; scatto in Polaroid ed usa e getta, guido una moto d’epoca, per me il vintage è uno stile di vita, un gusto retro che trovo in tutto quello che faccio.
In queste tue foto noto una ricerca della bellezza, soprattutto nei particolari. Cos’è per te la bellezza?
Per me esiste una bellezza che piace a molti, ed una bellezza più particolare che intriga solo pochi. I miei soggetti sono ragazze che trasmettono qualcosa, una ragazza che può essere identificata con uno stile di vita ed una attitudine particolare: after party, rock oppure una donna sfatta e bella nella sua semplicità. Spesso creo situazioni in cui il soggetto si è appena svegliato ad esempio. La ragazza che a me piace fotografare è una ragazza semplice con un dettaglio che possa affascinare e porla in un contesto.
A chi ti ispiri?
Non ho un fotografo in particolare come fonte di ispirazione, significherebbe copiarlo. Tutte le foto che faccio sono frutto dei film che ho visto, dei viaggi, e di tutti i fotografi che ho apprezzato e non apprezzato.
Io mi collego molto al cinema Nouvelle Vague di Godard e Truffaut, ma anche ad altri come Quentin Tarantino o ad Helmut Newton. Quest’ultimo applicava il suo stile anche in ambito lavorativo ed è quello che faccio io.
Stai tenendo dei corsi di fotografia, qual è la caratteristica più importante per essere un buon fotografo, secondo te ?
Non bisogna fare il fotografo, ma esserlo. Non voglio fare il romantico, ma io credo che parta da dentro ed è inspiegabile. Io consiglio sempre di osservare qualsiasi cosa non preoccupandosi degli schemi e delle regole per fotografare a proprio modo. Di sicuro bisogna essere ottimi osservatori, in quanto tutto può essere fotografato.
Non è importante il mezzo, ma le idee. Non credo nella foto perfetta, ma nel momento perfetto da fotografare.
Le foto che non hai ancora scattato?
Sicuramente i viaggi che non ho fatto ancora.
Per ora ho iniziato un progetto, si chiama The Rolling Youth, ma non l’ho ancora terminato e non so quanto terminerà.
Meglio non porsi mai questa domanda, ormai vediamo foto ovunque senza goderci i momenti. Le foto che non ho mai scattato sono quelle che non scatterò mai ovvero gli attimi di vita scattati nella mia mente.