In principio erano le treccine di Gue pequeno, simil Snoop Dogg, Jake la furia,con gli occhiali Carrera ed i jeans Evisu più tamarri mai concepiti dall’iconico brand giapponese, e Don Joe che tira su col righello il suono del futuro da lì a 10 anni, passando dal campionare musica folk irlandese (Boing) all’utilizzo della voce di Nas per riempire il ritornello di Gunz from Italy. Il 5 giugno 2009 veniva rilasciato Dogocrazia, il classico album che ascoltato 10 anni dopo ha tutto un altro sapore.
All’epoca, esisteva ancora Trl, e il pezzo di lancio Sgrilla era in rotazione fissa su Mtv, celando forse il vero volto di quei Club Dogo che avevano letteralmente acquisito un immaginario unico in Italia.
Le brutte esperienze in major per il gruppo milanese con l’uscita di Vile Denaro aveva però rafforzato l’immaginario del collettivo Dogogang, che rispose alla delusione del primo disco in major pubblicando una compilation corale dal nome Benvenuti nella Giungla, stabilendo così un vero e proprio punto di distacco dalla scena dell’epoca. Dogocrazia é quindi l’anello di congiunzione fra il vecchio il nuovo. Sonorità completamente nuove per quegli anni, ma che sapevano già di classico, rime taglienti, affilate, intrise di coscienza sociale alternate a quella zarroganza che ha contraddistinto i due rappers milanesi. I Club Dogo si erano già dimostrati dei pionieri, portando all’interno del loro album di esplosione nel panorama musicale pezzi veramente hardcore come Infamous gang che vede la partecipazione degli Infamous mobb e Vincenzo da via anfossi, Droga rap e All’ inferno, alternati a grandi classici contemporanei come Il mio mondo, Le mie regole e proprio Gunz from Italy con la presenza della leggenda Kool G rap.
Se paragonassimo il rap game alla ten years challenge, potremmo notare come questo disco é invecchiato veramente bene, e sotto un certo punto di vista é ancora al passo coi tempi.
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