Il 31/08 è uscito a sorpresa, sulle piattaforme digitali, il nuovo album di Eminem: Kamikaze.
Quest’ultimo arriva solo dopo pochi mesi da Revival, un album che però rappresenta una piccola nota negativa in una grande ed importante carriera.
I gusti musicali sono soggettivi ed Eminem non deve piacere a tutti, ma tutti devono riconoscere il suo talento. Eminem – parlando di rap – è Dio e questo è oggettivo: incasti, flow e contenuti unici.
L’ultimo album è sicuramente migliore del precedente, Marshall è incazzato e sceglie di ricordare a tutti chi è che comanda, anche con qualche parola di troppo (in realtà mai di troppo per lui, se si conosce realmente la sua carriera), dissando chi ha osato giudicarlo e non solo, da Tyler The Creator, MGK, Lil Xan, Drake, Lil Pump.
Il rap negli ultimi tempi è cambiato, oggi quasi non si chiama più rap ma musica urban e il personaggio creato, i meme e le stories valgono di più di un singolo o un album. Chiaramente non è così per tutti, ma provando a guardare con un occhio esterno quanto sta accadendo si sta raggiungendo davvero il fondo. A lanciarci un’appiglio per salvare la ”musica urban” però c’è Kamikaze che, volontariamente o involontariamente, con i suoi dissing, oltre che con un sound moderno ma ricco di skills, ha ricordato a tutti (fan ed addetti ai lavori) cos’è questa musica.
Eminem ha scelto di riportare il rap ad un confronto diretto, oggi totalmente inesistente dato che la maggior parte dei rappers dicono di non esserlo, probabilmente consci di non essere a livello; inevitabilmente quest’ultimi però fanno parte di un gioco da cui non possono uscire, ed il buon e vecchio Shady non ha fatto altro che tirarli dentro.
(Da fan di tutto ciò, grazie)