Hellheaven11: non un trend, ma un’esigenza

Napoli, se si parla di party, ha un bel po’ da offrire, il problema sta qualora si cerca la qualità, piuttosto che una selecta di musica random, senza un filo logico o un’attitudine ben precisa. Questa assenza, in ambito Hip Hop, è stata sopperita da Hellheaven11. Quest’ultimo ormai da un anno e mezzo ha rivoluzionato il concetto di party a Napoli. Già l’anno scorso li abbiamo intervistati, per scoprire cosa si celasse dietro il nome che aveva invaso la città con i suoi flyers.

Ad un anno di distanza le cose si sono evolute! Il party, in inverno, si è svolto in un locale più grande e ci sono stati ospiti importanti: uno su tutti The Night Skinny. Abbiamo dunque approfittato dell’inizio della stagione estiva per farci una chiacchierata con loro.

Hellheaven11: non un trend, ma un'esigenza

Hellheaven11 ha rivoluzionato il concetto di party a Napoli. In occasione dell'inizio della stagione estiva ne abbiamo approfittato per farci una chiacchierata con loro.📹: Giorgia AmatoIl resto dell'intervista sul sito, link nei commenti

Posted by ESCVPE on Tuesday, May 15, 2018

La vostra scommessa di portare un party hiphop/trap è riuscita? Soddisfatti o ne volete di più?
Kevin: Noi non siamo ancora soddisfatti.
Calafiore: Lo saremo nel momento in cui riusciremo a portare artisti internazionali.
Antonio: Io spero non lo saremo mai. Nel momento in cui lo sei, ti senti appagato e ti rallenti un po’. Bisogna essere sempre affamati.

Cosa ci dobbiamo aspettare dalla stagione estiva?
Antonio: Noi ci aspettiamo di migliorare ciò che già abbiamo fatto, ci saranno artisti, speriamo di portare novità rispetto a situazioni già viste. Ci saranno anche gadget che faranno da contorno, abbiamo in mente un poster, valorizzare adesivi; insomma perfezionare quanto già fatto.

A Napoli siete stati trendsetter, è innegabile. Avete figli e copie un po’ ovunque ora, in certi casi si sono create anche tante connessioni, che effetto vi fa?
Antonio: Secondo me, in questo momento a Napoli noi siamo Supreme; così come esiste Supreme Italia esistono queste copie che dici tu; ma la cosa che abbiamo fatto noi l’avrebbe potuto fare chiunque, siamo stati i primi e se la gente sceglie noi un motivo ci sarà. Un conto è la musica un conto è l’atmosfera e probabilmente quest’ultima non la trovi da altre parti.
Karonte: Dipende da queste persone quando hanno iniziato cosa pensavano. Magari loro hanno voluto cavalcare l’onda, per guadagnare, mentre noi siamo partiti sott’acqua e poi abbiamo cavalcato l’onda. Tieni conto però che noi amiamo la musica ed avere comunque questa scelta musicale, più giorni alla settimana non è male.
Calafiore: Che nascano realtà come la nostra nell’hinterland napoletano tanto di cappello, ad Avellino, Benevento, Birds In Trap a San Sebastiano. Conosciamo e collaboriamo con tutti. A Napoli no.
Antonio: Gli altri li supportiamo, lo facciamo per la musica e siamo contenti che gira, ma se qualcuno vuole venire a ”farci le scarpe” a casa nostra non ci sta bene.
Fresko: è bello capire se sei sulla nostra stessa wave. Se ha la testa uguale a noi, perché non darti una mano? Tu puoi portare qualcosa a noi e viceversa.

Intorno a voi si è creata una vera e propria comunità, qual è l’elemento che ha permesso tutto ciò?
Antonio: A parte la mentalità, l’aver sfruttato le tecnologia come andavano sfruttate. Probabilmente siamo stati fra i primi ad aver creato un gruppo facebook dove sono nate e successe cose. Ci si aiuta con i passaggi, si divulga la musica. Noi non siamo mai stati una serata solo. Con noi c’è una relazione quotidiana, proprio attraverso i social, ben o male si parla sempre di hellheaven e se oggi veniamo a mancare si crea un vuoto. E’ abitudine per molti scrivere sul nostro gruppo.
 Calafiore: C’era un esigenza. A Napoli c’erano solo party commerciale – reggaeton.

Fresko: C’è anche un concetto di libertà. Una libertà d’espressione che da altre parti non c’è. Se sei un appassionato di sneakers, di un determinato abbigliamento o musica, da noi non verrai mai snobbato.

 

Con voi si va altre la musica, c’è tutto uno scenario il giovedì: dagli stickers ad un dresscode preciso. La provocazione con Supreme Italia è riuscita? Cos’è successo?
Calafiore: è un meme che è nato scherzando fra di noi, come nascono tutte le nostre cose. Antonio che cura i contenuti di Facebook non la voleva pubblicare. Mi sono imposto io perché sapevo del potenziale di quell’immagine e Antonio mi ha accusato di aver creato flame, ma non è così. Chi ha commentato non frequenta la nostra serata, non sanno chi siamo, chi viene realmente ad una serata o non sanno cosa significa non entrare in un locale perché non sei vestito come gli altri. In realtà il messaggio del meme era ben più complesso: compri una maglietta ed ascolti musica non consapevolmente ed io ti trollo con il meme.
Antonio: Se vesti Supreme Barletta non stai realmente all’interno del meccanismo, perché se così fosse chi non può comprare Supreme non indossa il fake, magari compra una maglia semplice Nike, ma conosce la vera Supreme.

Ora che avete raggiunto una certa notorietà c’è il rischio di diventare banali e monotoni, quasi come i trend in generale, ci pensate mai?
Calafiore: Non pensiamo di essere un trend.
Fresko: Che esiste il trend a noi interessa ben poco, esiste quello che siamo.
Caronte: Riconfermare la Rotonda è stato importante, un pugno forte per non far scemare quanto stiamo costruendo.

Antonio: Se noi facciamo questo è perché c’è della gente che ama l’hiphop, non è che domani tu ti svegli e non lo ami più, quindi se tu mantieni la tua identità e dai lo stesso prodotto alle stesse persone, che ne hanno bisogno, tu non le perderai mai. I pezzi che vengono a mancare magari sono quelli che si riciclano e seguono le mode.

 

A tal proposito, come vedete l’hip hop ora? Secondo molti ora stiamo vivendo la vera Golden Era, secondo altri ora il suono è diventato monotono.
Fresko: ogni era è una golden era, inutile rifletterci. Se parli con un ragazzo che aveva 20 anni con i Run DMC per lui quella sarà la Golden Era. E’ come paragonare Maradona e Messi, due giocatori che sanno giocare a dei livelli estremi, ma vanno inquadrati nel loro contesto. I Public Enemy hanno sfondato perchè avevano quel messaggio, Drake sfonda in egual modo ma ha un messaggio diverso.
Karonte: Basta dividere l’ascolto che vuoi fare, se vuoi approfondire argomenti seri su Spotify c’è una playslist che si chiama ”Hello Bars” con anche artisti contemporanei, se vuoi divertirti ascolti altro.
Antonio: Il segreto è cogliere l’aspetto positivo della musica che ascolti. Se è Tupac ti concentri sulle parole, se è Sfera ti concentri su altro.
Calafiore: Io consiglio di supportare quello che piace, di non rompere il cazzo sulle cose che non vi piacciono. Condividere ”Young Signorino” dicendo che fa schifo, va a suo favore, è chiaro che poi fa 2 milioni di views.

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Daniele Carrano
Daniele Carrano
Scrivo per il piacere di confrontarmi con gli altri. Co-fondatore di Escape Vision.

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