Anche nell’industria musicale, così come nella vita di tutti i giorni, l’identità assume un ruolo di peculiare importanza. Io Artista, precursore di un determinato genere, modificherò i miei comportamenti ai fini di una costruzione dell’immagine di me stesso da presentare al pubblico il più possibile vicina al genere in questione, altrimenti rischierei di peccare in credibilità; sarebbe anomalo se non assurdo vedere Michael Bublé andare in giro con collane d’oro cantando “I’m a motherfucking P-I-M-P” dopo un’esibizione alla Royal Albert Hall, no?. Negli ultimi mesi l’argomento identità ha preso ancora più piede con l’avvento di una figura misteriosa, venuta a noi sotto il nome di LIBERATO. Un feticcio musicale venerato da chiunque e, in certi casi, ancor prima per la sua capacità di navigare nell’anonimato che per la qualità della sua musica (che non mettiamo di certo in dubbio). Ma è forse qui che sorge un problema, LIBERATO non è di certo il primo artista a mantenere segreta la sua identità, si potrebbero fare tanti altri esempi. In tutti questi casi la cosa certa è che chi mantiene le redini del gioco non è di certo esente dalla costruzione dell’immagine del proprio sé da presentare al pubblico di cui sopra, anzi il lavoro richiesto è addirittura maggiore. Detto questo e premettendo che il discorso segue una via generale senza riferirsi a nessun’artista in particolare, è bene ricordarsi (a malincuore) che anche la musica una volta inserita nel vortice tumultuoso del mondo del mercato, va automaticamente a legarsi con determinate strategie di comunicazione di massa che si basano a loro volta su altrettante strategie persuasorie per convincere il pubblico a comprare un determinato prodotto piuttosto che un altro, e l’unico metodo per non cadere in questi tranelli psicologici è quello di riuscire ad elaborare un adeguato pensiero critico da anteporre alla scelta da fare. L’identità di un’artista, dunque, è di assoluta importanza ma bisogna capire quanto essa sia effettivamente rilevante a giochi fatti prima di inciampare in conclusioni affrettate. In una relazione a due tra artista e pubblico, vista attraverso uno sguardo forse troppo romantico, ciò che dovrebbe essere rilevante per il secondo non è tanto chi è il primo, ma ciò che esso riesce a trasmettere ed è importante riuscire ad arrivare ad elaborare un giudizio finale che si basi su considerazioni concrete sulla qualità del prodotto e non sul personaggio, tutto il resto è da contorno.
Artwork by: Giorgia Amato |