Nike e adidas stanno per morire?

Se nell’abbigliamento, agli occhi dei più, il brand Supreme viene definito come morto, nel mondo delle sneakers siamo in un anno decisivo?

Realmente Nike ed Adidas sembrano essere state raggiunte, o addirittura sorpassate, da altri brand come New Balance o Salomon?

La risposta è chiara ed ovviamente va a favore degli storici brand, anche i dati di mercato che i due colossi presentano ogni anno confermano la supremazia, ma la percezione nelle strade e nei motori di ricerca sembra essere diversa.

Gli interrogativi da porsi sono diversi, ma la reale domanda è: Nike ed Adidas, programmando così, possono davvero continuare a dormire sonni tranquilli?

A questo interrogativo la risposta è diversa dalla precedente: no.

Attenzione, non si tratta di una questione prettamente economica o di solidità patrimoniale, ma di effort in termini di immagine. Diciamoci la verità, la risposta sembra chiara ed aperta agli occhi di tutti, anche a chi è meno esperto: il 2023 può essere un anno di svolta per tutti gli altri brand.

Nike nel 2023

Il calendar Nike del 2023 è scarno, non in termini numerici di release, ma in termini di quality/hype di sneakers: innovazione od originalità, almeno nelle release ufficiali e ufficiose per quest’anno non ce ne sono assolutamente.

Un bilancio dei primi quattro mesi dell’anno corrente lo possiamo definire abbastanza negativo: al netto dell’Air Force in collaborazione con Yoon Ambush, l’unica altra release di rilievo è stata la Jordan 4 SB Pine Green, che ha rappresentato una vera e propria boccata d’aria in questo calendar deludente (per ora è l’unico pezzo che ha portato novità importanti anche in termini di design rispetto al passato).

La collab con Tiffany, sempre sul modello di AF1, ha fatto tramontare in gran parte la credibilità della street culture di Nike, leggermente ripresa e recuperata con la release delle Jordan 3 White Cement, anche se in questo caso c’è da segnalare che diversi clienti hanno ricevuto prodotti di bassa qualità.

Se a tutto ciò aggiungiamo che la collaborazione con Travis Scott volgerà al termine il prossimo 26 Aprile con l’ultima Jordan 1 Low Olive, possiamo affermare che Nike si è mossa decisamente male.

Si sente la mancanza di Virgil? Dobbiamo davvero inserire tutte le nostre speranze soltanto nelle collab con A Ma Maniere e Union Los Angeles, che comunque non sono brand pienamente accessibili a tutti?

Il 2023 di Adidas

Adidas invece? Probabilmente è messa anche peggio rispetto al rivale storico.

La chiusura con Kanye West, e quindi Yeezy, ha rappresentato un punto di svolta cruciale nella timeline del brand.

Al netto delle Samba, che stanno letteralmente tenendo in piedi il brand (apprezzatissima dal web la collaborazione con Clarks), ricordate qualche altra uscita che ha generato solido hype verso di esso? La risposta è semplice, no.

Un minimo, ma decisamente meno rispetto alle aspettative, si è generato con la release delle Forum e delle Campus per Bad Bunny, ma per il resto non c’è letteralmente niente, oltre alla questione del nuovo design delle Adilette, l’iconico pezzo del brand “with the three stripes”, contestato fortemente per la perdita totale del comfort che offriva nella versione precedente.

E gli altri brand invece?

La tendenza, anzi la percezione, è in forte controtendenza rispetto a quanto detto finora.

In primis, New Balance sembra aver trovato un percorso ben preciso e definitivo.

La decisione di assegnare quasi tutto il design del brand a Teddy Santis, CEO di Aime Leon Dore, ha rivitalizzato il brand in modo esponenziale, ma non solo.

La percezione iniziale era quella di un quick trend accantonabile facilmente con le 550, ma in realtà il brand sta avendo sempre più impatto nella sneakers culture e, in particolare, con modelli diversi dalle già citate 550.

Sicuramente oltre gli storici 991, 992 e 993, grande effort stanno avendo modelli come le 9060, anche grazie alla collab con Joe Freshgoods, le 1906 e le 2002R con tutti i relativi protection pack rilasciati, con una qualità nettamente superiore rispetto a qualsiasi altro pezzo, senza dimenticare le 327 sempre più ai piedi delle persone (piccola rivincita personale).

Solo New Balance sta avendo questo impatto?

Assolutamente no. Il discorso può essere ripreso allo stesso modo con le Salomon e le storiche, ma mai tramontabili, Saucony.

Le prime, oltre ad un comfort non paragonabile a qualsiasi altra sneakers, stanno attraversando un periodo di gloria grazie al rinnovato e stupendo design delle ritrovate XT-Quest e Quest2, ma anche la Xt-6 sempre più in voga tra le giovani generazioni.

Infine, l’hype raggiunto dal brand dopo la performance di Rihanna, con delle Salomon x Maison Margiela, nell’halftime show del SuperBowl è stato eclatante, con una ricerca del brand alzata del 4050%.

L’impatto, quindi, delle Salomon, ma anche delle Saucony 6000 Fried Chicken x END, è stato di rilievo e solida spalla nella scalata delle New Balance come outside.

Siamo, quindi, dinanzi all’inizio del “tracollo” dei due colossi storici oppure è soltanto un momento di gloria per gli altri brand?

La risposta ai posteri.

Una cosa sembra certa: il pubblico vuole novità, vuole ricerca ed anche qualità.

Ad oggi le sneakers hanno raggiunto prezzi importanti, totalmente spropositati rispetto alla qualità dei prodotti usati; tanto vale spendere comunque tanto ma per prodotti che valgono la spesa.

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