Anna and Vulkan artista neapolitan pop nasce a Torre Annunziata diventando negli anni cittadina del mondo. Una voce profonda ed inconfondibile che grazie al supporto della sua chitarra porta avanti un’infinita tradizione musicale partenopea. Ho avuto il piacere di incontrare l’artista al Garden Fest di Boretto in provincia di Reggio Emilia riuscendo – prima della sua esibizione – a strapparle una piacevole intervista grazie principalmente alla collaborazione con la rassegna multidisciplinare Mac Fest di Cava de’ Tirreni.
PS. Confermo e sottolineo qualora foste dubbiosi, Anna non ha assolutamente forzato le sue corde vocali durante la nostra chiacchierata!
“E amm fatt semp pace, rint a sta city nun tenev na voce. Chissà comme ess iùto, si ess rimast ca’”. Com’è raccontare Napoli nelle tue canzoni?
In effetti, citi esattamente l’ultimo singolo prodotto in collaborazione con il collettivo italiano Fuck Pop parte integrante dell’etichetta Pluggers per cui produciamo. La traccia nasce da un’imponente necessità di esprimere la nostra visione di Napoli (provincia compresa) e, collaborando internamente con la label, abbiamo realizzato “Comme se fa (a te scurdà)”.
Per di più, il brano evidenzia il sentimento costante di emigrazione da Napoli che viene racchiuso in una frase pilastro: “c’a Maronna t’accumpagna”. Un’indistruttibile corazza costruita su misura dalle nonne napoletane che ci accompagna tuttora nel nostro quotidiano indipendentemente che esso si sviluppi in città o altrove.
Anna and Vulkan: com’è stata l’adolescenza nel quartiere di Torre Annunziata?
Domanda spigolosa. La mia adolescenza se pur serena non si lega ad un periodo particolarmente piacevole. In provincia mi sono sempre sentita limitata sia a livello territoriale che umano. Nello specifico, ho sempre avuto un rapporto altalenante con i miei coetanei. Non voglio mentire, ho principalmente vissuto una sensazione di disagio; sentirsi come un pesce fuor d’acqua pur uscendo spesso e volentieri con i classici gruppi scuola. Tuttavia, qualcosa in me è cambiato dal momento in cui mi sono ritrovata nel mondo universitario: prima iscritta all’Università di lingue l’Orientale di Napoli e successivamente alla Scuola per Interpreti dell’Università di Trieste. Proprio in quegli istanti, ho iniziato a conoscere persone più affini al mio modo di essere.
Dopo l’esperienza triestina arriva una nuova sfida. Cosa ti porta in Austria?
Gli anni passati in Friuli li ricordo con particolare piacere. Ad ogni modo, era giunto il momento di cambiare aria ed eccomi catapultata a Vienna. Difatti, dopo aver incontrato sane amicizie – che quando possono mi seguono anche durante i live – e conseguito la laurea mi sono trasferita in Nord Europa. Tuttavia e ad essere onesta, il primo impatto non è stato dei migliori anzi, la primissima frase da me pronunciata dopo pochi giorni è stata: “che cazzo ci faccio in territorio austriaco?”. Sono arrivata lì poco prima della pandemia da Covid19; Il continuo tormento che ti porta a pensare di aver sbagliato tutto considerando che anche per i locals è stata dura, ritrovatisi in una società ancor più scucita del solito. Ad oggi, devo riconoscere che le mie erano principalmente paure e con il passar del tempo l’Austria – di cui apprezzo tanto la sua praticità – è ora parte integrante della mia zona di comfort.
Anna cosa significa per te la parola Mediterraneo?
Personalmente, la parola Mediterraneo appartiene a qualcosa di intrinseco; si fonde con lo spirito e con l’anima. Un qualcosa che inoltre, risulta essere tangibile e che puoi ritrovare in molteplici territori a partire dalla Francia, passando per la Spagna arrivando al Nord Africa. Un po’ come una corazza che ti fa da scudo in qualunque luogo tu approdi. Noi mediterranei abbiamo la possibilità di presentarci al mondo esterno con determinati strumenti che da sempre ci caratterizzano grazie soprattutto alle varie influenze e contaminazioni che da secoli continuiamo ad assimilare.
Quali sono i luoghi di Napoli fonte di ispirazione e benessere per Anna and Vulkan?
Banalmente, ti risponderei il centro storico. Partendo da Via Toledo, passando per Santa Lucia arrivando infine a via Partenope. Se proprio devo pensare ad un luogo fonte di ispirazione e benessere penso a casa mia nel torrese specialmente nei pochi momenti di quiete (ride). Ho la fortuna di avere come sfondo il Vesuvio e dalla finestra entra una luce meravigliosa che nella maggior parte dei casi mi rilassa e mi tiene compagnia.
Ad agosto il tuo live al Festival multidisciplinare Mac di Cava de’ Tirreni. Mi racconteresti un po’ della giornata trascorsa?
Certo! Dopo Pompei è stata la mia seconda data campana. E’ stato affascinante esibirsi a Cava grazie ad una realtà come quella del Mac consolidatasi nel tempo. Era la mia prima esibizione al festival e non potevo chiedere di meglio. L’organizzazione è stata ineccepibile ed ovviamente il concerto non poteva che provocarmi una certa adrenalina. “Ci tieni a far bene soprattutto quando giochi in casa e suoni di fronte ai tuoi conterranei!”. Il momento più emozionante e divertente si è verificato a fine evento. Improvvisamente, dopo un gig ricco di momenti epici ho sentito il pubblico intonare il “bis” in tedesco, oramai ufficialmente la mia seconda lingua. Lascio ai lettori le sensazioni di quei momenti per me indescrivibili!
Intanto locali e artisti iconici napoletani come Peppe Spritz, Nennella e Gianni Simioli hanno iniziato a postare storie con in sottofondo Anna and Vulkan. Che effetto fa?
Curiosità e magia. Dopo l’uscita del primo singolo “Comm’è” si è accesa in me una certa euforia dal momento in cui ho notato che i locali ed artisti da te citati hanno iniziato ad interagire con la mia musica. Non ero per nulla abituata e ti lascio immaginare la meraviglia. Inoltre, quando un’icona radiofonica nazionale come Gianni Simioli ti inserisce per ben due volte nelle sue playlist percepisci un certo affetto che ti sprona a ritrovare quella connessione viscerale con Napoli e le sue infinite sfaccettature.