Nato nel 1996, Ciro Pipoli è un fotografo napoletano, figlio dei Quartieri Spagnoli.
Le sue foto sono fra le più condivise dalle pagine su Instagram, sinonimo della sua capacità di leggere la città nella sua spontaneità. Non è un caso quindi che sia stato scelto da Dolce & Gabbana per la realizzazione di una campagna o che Vogue abbia pubblicato alcuni dei sui scatti.
Ma chi si cela dietro la macchina fotografica ed un account con 60 mila followers? Lo abbiamo intervistato per scoprirlo.
Quando e come nasce la tua passione per la fotografia?
La passione per la fotografia nasce all’età di 16 anni, a quell’età stava crescendo in me un amore smisurato per Napoli e nel mio piccolo volevo mostrare e raccontare la mia terra. Non sono mai stato molto bravo ad esprimermi a parole e la fotografia mi dava e mi dà l’opportunità di comunicare in maniera diretta.
Sei molto attivo su Instagram, quanto il social influenza la tua fotografia? Molte pagine condividono i tuoi scatti, ci pensi durante la realizzazione?
Tempo fa i social influenzavano molto il mio modo di fare fotografia, cercavo di accontentare il pubblico di instagram con scatti impersonali, ma dopo anni di utilizzo ho preferito uscire dai canoni dei cosiddetti posti instagrammabili e seguire una mia strada fatta di persone vere e momenti di vita.
Come ti approcci alla realizzazione dei post? Ultimamente carichi sempre più caroselli.
La realizzazione di un post parte dalla pubblicazione di ciò che mi emoziona. I caroselli mi danno la possibilità di raccontare una storia.
Nelle tue foto ci sono molti soggetti, qual è il tuo approccio con le persone, chiedi di fotografarle?
Ogni scatto e ogni soggetto è una storia diversa. Personalmente prima di scattare amo interagire con il soggetto, cerco di creare un piccolo rapporto di fiducia e questo mi dà modo di entrare nel mondo di una persona e portarmi un ricordo per ogni scatto.
Concentrandoci invece sui tuoi lavori, com’è nata la collaborazione con D&G?
La collaborazione con D&G è nata senza preavviso, un giorno sono stato contattato su Instagram e confesso che ero molto scettico e credevo fosse tutto uno scherzo. Nella mia vita non avrei mai immaginato di avere un’opportunità simile, con D&G ho avuto l’occasione giusta per mostrare la quotidianità e le persone di Napoli attraverso la bellezza del Rione Sanità.
Tornando alla quarta domanda, qual è stata la reazione dei soggetti nelle foto quando hanno saputo stessi scattando per D&G?
Che te lo dico a fare, ogni persona era entusiasta di prendere parte alla realizzazione di uno scatto. Ci sono stati tanti momenti divertenti, le persone uscivano di casa anche in pigiama per assistere o prendere parte ad uno scatto.
Hai collaborato anche con Trickett England, vendi tue foto. Qual è la percezione di Napoli all’estero, come pensi di contribuire ad essa?
Napoli è sorprendente, è vibrante e viva. La percezione di una città che vive tra sacro e profana piace sempre di più e questo turismo che dura 365 giorni all’anno è la conferma. Nel mio piccolo cerco di invogliare le persone ad andare oltre i pregiudizi, la mia fotografia nasce nei vicoli dei quartieri storici di Napoli, quei quartieri che hanno la nomea di essere pericolosi ma la nuova generazione riesce ad oltre e cerca di farsi un’idea personale. Sono tante le persone che mi contattano in privato per chiedermi cosa fare e cosa vedere per vivere Napoli al 100%.
Chi è il tuo fotografo preferito?
Mi piacciono molto le foto di Steve McCurry e di Luciano De Crescenzo. Uno ha girato il modo e ha raccontato tante realtà diverse, l’altro ha fotografato una Napoli che oggi rimpiango di non aver visto e vissuto in prima persona.
Quale soggetto o quale evento/scena vorresti aver fotografato?
Mi sarebbe piaciuto fotografare i festeggiamenti del primo e del secondo scudetto del Napoli di Maradona. Mia nonna mi ha lasciato delle vecchie foto di quel periodo e la città era una grande macchia azzurra. Per noi Napoletani fu una rivincita contro tutto e tutti.