Lediesis: la poster art in onore delle donne

Lediesis son un duo di street artist italiane le cui opere, principalmente poster, sono presenti nelle maggiori città italiane come Firenze, Roma, Milano o Napoli.

Su instagram, inoltre, contano una community di circa tredicimila followers.

Risulta difficile dunque non aver mai visto una loro opera, una delle loro Superdonne: personaggi famosi ritratta con la celebre “S” di Superman.

Il loro messaggio, così come lo stile, è chiaro ed intuitivo: valorizzare le donne e riscoprire i superpoteri di ognuno di noi, omaggiando icone femminile di ogni tipo.

Per conoscere il loro background e la loro storia le abbiamo intervistate:

Ciao, come va? Quanto sta influenzando la vostra vita artistica il Covid-19 in questo momento? 

Questo periodo storico ha esasperato le incertezze. Noi della flessibilità e dell’adattabilità ne abbiamo fatto da sempre un’abitutidine e scelta di vita, perciò tutto ciò che accade intorno paradossalmente non ci influenza nel profondo.

Prima di entrare nel dettaglio delle vostre opere, mi piacerebbe partire dal background.  Qual è stato il primo approccio all’arte urbana e chi sono gli artisti di riferimento?

La street art negli ultimi anni è stata completamente sdoganata grazie ad artisti come Keith Harring che l’ha resa un linguaggio pop e a Banksy che ne ha fatto un mezzo per diffondere potenti messaggi di denuncia. Paradossalmente Firenze, che tutti immaginano come una città in cui l’arte è ferma al Rinascimento ed è chiusa nei musei, negli ultimi anni è diventata una delle città capofila della street art italiana grazie ad artisti come Clet o Blub. Quindi, gravitando nell’ambiente dell’arte, per noi approdare alla street art è stata una conseguenza naturale, più che una scelta pensata. Abbiamo seguito l’istinto. 

Prima delle super donne, avevate già realizzato poster o altro?

Abbiamo fatto percorsi diversi, una di noi viene da studi artistici classici, l’altra ha sempre orbitato nel mondo dell’arte e della comunicazione, ma essendo due amiche siamo riuscite a far convergere le nostre intenzioni nel progetto delle Superwomen.

Per quel che si sa, rispettando il vostro anonimato, Lediesis è un progetto plurale, qual è stata la scintilla che gli ha dato il via? 

L’idea di Lediesis è nata quasi per scherzo mentre eravamo in visita ad Arte Fiera a Bologna nel 2019.  Avevamo voglia di creare qualcosa che ponesse l’attenzione sulle donne, che in questo momento storico stanno prendendo sempre più consapevolezza delle loro capacità. È stata un’intuizione del tutto naturale, senza alcuna aspettativa. La prima incursione è stata nella nostra Firenze in occasione dell’8 marzo 2019: abbiamo attaccato otto icone femminili dentro alcune finestre cieche presenti nel centro storico, solo per il gusto di condividerle, omaggiarle e creare un momento di riflessione per tutti. In seguito il progetto ha preso sempre più consistenza a mano a mano che la nostra ricerca interiore va in profondità.

Nel nome possiamo trovare vari riferimenti, com’è nato? 

La scelta del nome che usa l’hashtag, gioca sia sul linguaggio social sia su quello musicale. Lediesis è una parola che mixa lady e sister, quindi un riferimento alle grandi signore ma anche alle sorelle anonime del mondo. Il diesis, inoltre, è un’alterazione della nota di base. Un po’ quello che siamo noi con il nostro lavoro artistico. Insomma, in una sola parola ci sono tante sfumature.

Cosa significa, all’atto pratico, lavorare in due? Vi siete mai scontrate, ad esempio, per alcune idee?

Siamo due amiche, una ha alle spalle studi accademici con l’obiettivo di poter vivere con l’arte. L’altra proviene dal mondo della comunicazione ma si è sempre occupata di mostre e spettacoli. In fondo, i due mondi collimano. La nostra forza sta esattamente nel congiungere questi due ambiti, apparentemente distinti, per creare insieme qualcosa di unico. Siamo molto affiatate, ci capita spesso di pensare la stessa cosa o inviarci un messaggio in contemporanea con un contenuto identico. E abbiamo una visione simile della vita e dei nostri progetti: voler trasmettere un messaggio importante attraverso la leggerezza, senza prenderci troppo sul serio. Il nostro leitmotiv è: «Il ruzzo salverà il mondo». Certamente è capitato di avere idee diverse ma per noi il dialogo, il rispetto e la comprensione dell’altra è una palestra fondamentale e riusciamo sempre a convergere in una sintesi.

Una volta in strada come operate? L’arte Urbana è associata alla notte, lontano da occhi indiscreti. Voi come vivete questo passaggio fondamentale del vostro lavoro?

Le nostre SuperWomen sono realizzate con acrilici su carta velina. Ci piace creare i nostri personaggi insieme in studio e poi procedere all’attacchinaggio. Ci sembra la soluzione più comoda. Siamo anche molto attente al luogo dove attacchiamo prediligendo finestre o archi ciechi che incorniciano le nostre Superwomen, perché valorizzano sia le nostre opere sia il luogo in cui interveniamo. Ti riveleremo un segreto….non  è vero che attacchiamo sempre di notte. Soprattutto a Napoli  ci è capitato di lavorare in pieno giorno! L’ultima volta che siamo venute, per esempio, abbiamo approfittato del fatto che tutti stessero guardando la partita e noi abbiamo agito indisturbate perché non ci considerava nessuno! E comunque Napoli è sciallissima! 😉

 Quali sono le reazioni delle persone alle vostre opere?

Indubbiamente come artiste quello che ci muove è arrivare al cuore della gente e provocare emozioni. In nostro sogno è quello di cambiare la visione del mondo e delle menti attraverso l’arte. In quello che facciamo in realtà seguiamo l’istinto. La nostra ricerca di cambiamento si riflette nella pittura e nella scelta dei personaggi che decidiamo di dipingere: donne libere e illuminate che danno un messaggio positivo, di crescita individuale che si riflette anche sulla crescita spirituale della società. Per questo sono rappresentate con la S di Superman e strizzano l’occhio al passante in gesto complice: perché ognuno possa riflettere e scoprire i propri superpoteri. E questo crea istintivamente empatia con chi le osserva.

Online possiamo affermare che avete avuto una buona reazione, i vostri poster sono molto fotografati, quanta importanza data ai social? 

A chiunque ci scrive, tagga, condivide diamo attenzione e tempo. Diamo importanza alle persone, non ai social. Per questo forse siamo così seguite. 

La street art femminista sta trovando sempre più posto sulle mura delle nostre città; a Napoli, ad esempio, molto diffuse sono le opere di Ogni Donna Una Madonna, la conoscete? Con lei, come con altre, avete mai pensato di collaborare? 

Si, abbiamo visto alcuni suoi paste up come quelli di tante altre street artist che sempre di più si stanno facendo conoscere. Siamo sempre aperte a collaborazioni, soprattutto se sono progetti al femminile. 

L’importante per noi è rimanere nel nostro anonimato. E’ quello il nostro superpotere 😉

In conclusione, essendo noi di Napoli. Com’è stata la vostra tappa a Napoli? 

Vabbè…non ve lo diciamo perché siete napoletani ma vi assicuriamo che noi con la città abbiamo un rapporto speciale. Gran parte della nostra crescita artistica la dobbiamo proprio Napoli. 

La nostra prima mostra SuperWomen – 8 Donne x 8 Città l’abbiamo realizzata a marzo del 2020 proprio al Museo Archeologico Nazionale di Napoli grazie all’attenzione del direttore Paolo Giulierini, una persona con una sensibilità e un’intelligenza artistica fuori dal comune.

In quell’occasione abbiamo fatto la nostra prima incursione per i vicoli di Spaccanapoli portando personaggi come la Loren o l’archeologa Lara Croft, ma nel corso di questi anni appena c’è stata occasione siamo sempre passate ad attaccare qualcosa in questa meravigliosa città a cui ci sentiamo di dovere tanto della nostra fortuna. 

Daniele Carrano
Daniele Carrano
Scrivo per il piacere di confrontarmi con gli altri. Co-fondatore di Escape Vision.

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