Dalla street photography al reportage: intervista a Salvatore Bolognino

“Per me la cosa più bella è svegliarmi, uscire e andare in giro a guardare. Guardare tutto. Senza che nessuno stia lì a dirmi: devi guardare questo o quello.”


Partendo da questa celebre citazione di Josef Koudelka, maestro della fotografia nonché uno dei fotografi preferiti del nostro intervistato, abbiamo avuto il piacere di interloquire con Salvatore Bolognino: fotografo professionista, con un’occhio molto attento alla realtà urbana di Napoli ma non solo. Autore di due fanzine, Quartograd e l’Ideale Bari, oltre che di altri progetti come Quarantena in 20 mq, Brigate di Solidarietà e Operatori 118.

Ciao Salvatore, grazie per aver accettato questa intervista. Prima di iniziare con la domanda di rito, come stai ? Ci racconti come e quando nasce la tua passione per la fotografia ?

Ciao! Io sto molto bene, grazie. Mi sono innamorato della fotografie da bambino, quando amavo giocare con le “luci, contrasti e ombre.

Il periodo storico che stiamo vivendo ha limitato le nostre attività in modo considerevole, volevo chiederti quanto il covid ha condizionato la tua attività fotografica per strada ?

Paradossalmente per niente, nel periodo del covid, durante la quarantena infatti sono nati alcuni dei miei progetti fotografici, incentrati principalmente su realtà non note a tutti: Quarantena in 20 mq, Brigate di Solidarietà e Operatori 118.

Il calcio, nelle sue diverse sfumature, è molto presente nelle tue foto, ci racconti quali sono le differenze o le similitudini tra scattare in strada e scattare sugli spalti degli stadi ?

Le differenze afferiscono innanzitutto alla gente. Chi vive gli spalti solitamente non è avvezzo ad essere fotografato e quindi i miei non sono stati scatti rubati, riguardo al progetto  del calcio popolare.

Rispetto a quanto è accade invece nella street photography,  in cui mi calo completamente diventando quasi parte integrante dell’ oggetto delle mie foto. Ciò che accomuna invece i due progetti è la mia passione, il mio bisogno di raccontare, rendere eterno un momento attraverso la mia macchina e trovare risposte alle domande che mi pongo quotidianamente, soprattutto sulla mia città.

Ci parli del progetto “Quartograd”,  di cosa si tratta ?

Non mi sottraggo alla domanda, ma preferirei rispondere solo dal punto di vista fotografico. Ho iniziato a fotografare il Quartograd come realtà di calcio popolare con l’ intento ben preciso di continuare a fotografare altre squadre dì Italia, per raccontare un diverso modo di vivere il calcio. “fatto dalla gente”, senza la presenza di un presidente padrone. Per il momento ho autoprodotto due fanzine, una del Quartograd e l’altra dell’Ideale Bari.

Spesso nelle nostre interviste con gli street artist domandiamo come vivono le “notti di colla” ovvero le notti in cui escono per incollare le proprie opere sui muri della città. É la prima volta che ci capita di chiederlo ad un fotografo, colgo l’occasione per chiederti come è stato incollare le proprie foto sui muri di Napoli e qual è stata la reazione delle persone?

Mi fa piacere essere il primo fotografo al quale fate questa domanda. Per scelta personale ho deciso di fare questa esperienza di giorno, alla luce del sole, perché credo che le opere artistiche debbano essere parte integrante di un patrimonio collettivo e non debbano essere relegate in salotti “per pochi”, intellettuali e operatori del settore del “caso”. La reazione delle persone è stata inaspettatamente positiva.

Hai qualche fotografo preferito ?

Boogie e Josef Koudelka.

Parlando  sempre di influenze, ci sono film o libri che hanno contaminato il tuo modo di scattare, se si, quali?

Mi piace molto il verbo che hai usato, è proprio di questo che si tratta “contaminare”, la mia fotografia. Tutti i film di Stanley Kubrik in particolare “Barry Lyndon”, “Enter the void” di Gaspar Noè.

Si dice che quando la passione diventa il proprio lavoro non si lavora neanche un giorno, tu da fotografo, ci confermi quanto detto ?

Te lo confermo. La fotografia è prima di tutto la mia fedele compagna di vita, dopodiché rappresenta anche il mio lavoro. Sono grato per questo.

Alessandro Tione
Alessandro Tione
Alessandro Tione laureato in Scienze dei Beni Culturali, studio Management del Patrimonio Culturale e Fotografia. Appassionato di "Street Culture" , Cinema e Arte.

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