Il rapporto fra Napoli ed il mare lo conosciamo, ne abbiamo scritto in passato e continueremo a scriverne in futuro. Questo legame, antico e profondo, è al centro del nuovo progetto fotografico di Ciro Pipoli: Mare Libero.
Chi frequenta la città può immaginare facilmente la tematica trattata dal progetto.
Da tempo Napoli ha importati problemi con il suo mare, in mano a privati nonostante le concessioni siano state revocate. “Mare Libero” è anche il nome di chi proprio per poter usufruire del mare, liberamente e come dichiarato per legge, sta protestando da mesi, di estate in estate.
Attraverso una serie di scatti, pubblicati su Outpump, Ciro Pipoli e Gisella Lancellotti hanno scelto di esplorare la connessione che i napoletani hanno con il loro mare. Questa relazione però non è solo fonte di gioia e serenità, ma anche di frustrazione e desiderio insoddisfatto.
Tramite le fotografie presentate, infatti, è possibile muoversi tra le strade dei Quartieri Spagnoli, dove l’estate e il mare si insinuano nella vita quotidiana, in una città in cui il mare non è realmente libero.
Il mare come palcoscenico urbano
Ciro Pipoli, insieme a Gisella Lancellotti, ha scelto di rappresentare Napoli attraverso immagini che trasformano il quotidiano in un palcoscenico di leggerezza e surrealismo. La scelta non è casuale, ma intende sottolineare come, nonostante la distanza fisica e talvolta anche sociale dal mare, i napoletani continuano a vivere e a respirare l’essenza marina che li circonda.
Tuttavia, come anticipato, il progetto “Mare Libero” non si limita a esaltare la bellezza del mare e la sua connessione con Napoli, ma mette in evidenza anche le difficoltà di accesso al mare per molti cittadini. In una città che dovrebbe vivere di mare, l’accesso alle spiagge è spesso limitato, regolamentato o addirittura negato. Questa limitazione crea un paradosso: il mare è tanto vicino quanto lontano, e questa frustrazione si riflette nelle immagini di Ciro Pipoli. C’è un sottotesto di protesta in queste fotografie, un “grido silenzioso” che richiama l’attenzione su un desiderio insoddisfatto, su una connessione naturale che viene interrotta da barriere invisibili, sociali e fisiche.
Creatività come strumento di riflessione
Come menzionato nel mese di maggio da un punto di vista creativo e prettamente fotografico, il racconto delle spiagge partenopee si stava assottigliando.
Fra libri, street photography e campagne pubblicitarie c’è un pericolo nel ridurre una città ricca di storia e cultura a un semplice prodotto turistico. Ciro Pipoli però è riuscito a contrastare questa tendenza, utilizzando la fotografia come mezzo per riflettere su una tematica importante, sul rapporto fra Napoli e il mare.