L’estate sta arrivando, un nuovo loop sta per iniziare.
Di anno in anno, il boom turistico di Napoli prosegue e con esso la popolarità della città. C’è un momento speciale però in cui boom e popolarità raggiungono un picco importante: l’estate.
Napoli è una città di mare, eppure ci sono non poche difficoltà nell’usufruirne. Solo il 5% di spiaggia balneabile, infatti, è libera e in seguito a una delibera comunale risalente al periodo del Covid, poi confermata per “motivi di ordine pubblico”, l’accesso è contingentato.
Fra le spiagge semi-libere di Posillipo, Marechiaro ed il lungomare però alcuni cittadini riescono ad usufruire del mare, dando libero sfogo a tuffi e divertimento.
Per molti, uno show quotidiano che da vari anni a questa parte è diventata una grande attrazione per fotografi.
Ad oggi, infatti, si contano almeno 6 progetti fotografici sul tema, da “Summer in the City” di Vasso Ioannou uscita nel 2020 a “Napoli Beach” di Boogie, dell’aprile del 2024. A questi possiamo affiancare “Napoli Napoli Napoli” di Brett Lloyd (maggio 2023), “On The Beach” di Robbie McIntosh (marzo 2024), “The City of the Sun” di Sam Wright e in parte anche “Ciro” di Ciro Pipoli (dicembre 2023).
La fotografia però non viaggia solo sui libri ma anzi, sappiamo bene, come Instagram ed i social networks ad oggi siano il loro mezzo di diffusione principale. Ai fotografi citati bisogna aggiungere anche Sam You Kilis e Sam Gregg, che fra reportage su varie riviste e/o Instagram, da tempo, anche loro, raccontano il mare a Napoli.
Parlare di mare a Napoli, inoltre, può essere fuorviante perchè molte delle foto citate si concentrano su due aree specifiche del lungomare: Castel dell’Ovo e Colonna Spezzata. Piccole aree fra scogli e caos cittadino, dove prendere il sole e fare un bagno.
L’omologazione è un grande nemico della creatività, e ad oggi, questa versione e visione di Napoli inizia ad essere monotona. Nonostante le tante voci, infatti, risulta esserci sempre la stessa storia, con gli stessi protagonisti.
A sfruttare quest’ultimi, oggi ci pensa la moda attraverso campagne pubblicitarie mercificando persone ed una cultura non propria, alimentando una narrazione terzomondista.
Sempre più spesso Napoli è il teatro di campagne fotografiche, banali, fra panni stesi come adidas nel marzo 2023 o modelli e modelle immersi nelle spiagge pubbliche partenopee coinvolgendo semplici cittadini, come meri oggetti di ornamento.
Campagne, ricche di sfumature colonialiste coperte da complimenti e fascinazione, pronte ad appropriarsi e saccheggiare una terra ed una cultura sconosciuta, sintetizzando il tutto attraverso immagini stereotipate e discriminatorie.
Un tocco di uno stile di vita esotico che ignora qualsiasi profondità dietro la realtà, le condizioni del luogo e delle persone coinvolte. Le stesse persone che probabilmente posano per puro divertimento senza la consapevolezza della portata di quelle immagini.
A risentirne è la fotografia e la città stessa, intrappolate in uno schema creato dai social, dimenticando originalità e verità.
La fotografia di strada ha sempre raccontato la quotidianità della città e l’intento primario dei fotografi citati sarà stato sicuramente questo, a maggior ragione se si tratta di fotografi napoletani che raccontano la loro realtà. Così non è per fotografi stranieri, per la prima volta in città, e per le campagne pubblicitarie, entrambi pronti a lucrare sulla città.
Ora il bisogno di visibilità contrasta con il diritto a una giusta rappresentazione dei soggetti e della città. Come accennato in precedenza Napoli vive un enorme problema con il mare e alle spiagge contingentate di Posillipo si affiancano kilometri di costa a San Giovanni, totalmente morte.
Ad oggi il problema principale di Napoli è la sua popolarità, un dito che mostra la luna ma che nessuno guarda. La maggior parte dei contenuti su Napoli, tramite Instagram e TikTok, non fa altro che alimentare una narrazione già conosciuta, fra folklore e stereotipi, ignorando le tantissime altre storie a realtà a disposizione.