Il rap lo sa, pensa alla classifiche

Il 2024 ha raggiunto la metà del suo anno solare, portando con sé sorprese significative dal mondo del rap: il ritorno dei Club Dogo e dei Co’Sang.

Già a febbraio, la vittoria di Geolier alla serata cover del Festival di Sanremo aveva segnato un momento di grande soddisfazione per il rap italiano. Tuttavia, queste notizie sembrano essere solo una facciata.

Nonostante premi e classifiche, il rap italiano vive un momento di amarezza. La cultura del rap, infatti, non sta crescendo proporzionalmente agli interessi economici di case discografiche e artisti. Come accennato in un precedente articolo, il rap è ormai un protagonista di rilievo nell’industria musicale, che ha omologato gran parte dei prodotti attraverso featuring e sonorità ripetitive.

Tra gli album più mainstream della scena, da Tony Effe a Baby Gang, da Simba a Massimo Pericolo, da Tedua a Kid Yugi, e da Shiva a Geolier, i featuring, le tematiche e le sonorità tendono a essere ripetitivi e omologati. Ne risentono la creatività e il rap stesso, soffocati da album dai quali solo qualche singolo riuscirà a emergere e rimanere nella memoria.

In questo anno, per il grande pubblico, attesissimi erano “Il Paradiso” di Tedua e “Dio Lo Sa” di Geolier, ma entrambi sono stati criticati per la loro eccessiva inclinazione verso il pop. Sebbene non manchino brani rap autentici, la tendenza pop continua a predominare, lasciando gli appassionati del rap con un senso di insoddisfazione.

Il rap italiano si trova a un bivio cruciale. Da un lato, il successo commerciale e la popolarità crescente del genere sono innegabili. Dall’altro, l’essenza e l’autenticità che hanno reso il rap un movimento culturale potente rischiano di essere diluite dall’influenza commerciale.

Per mantenere vivo lo spirito del rap, è fondamentale che artisti e case discografiche trovino un equilibrio tra innovazione e fedeltà alle radici del genere. Solo così il rap potrà continuare a evolversi senza perdere la sua anima.

Ben venga, ad esempio, che il mainstream abbia capito l’uso e l’importanza dei sample italiani, sempre più presenti negli album odierni, portando originalità e fedeltà alle radici del genere.

Daniele Carrano
Daniele Carrano
Scrivo per il piacere di confrontarmi con gli altri. Co-fondatore di Escape Vision.

Altri articoli

Santo Diego: santificazione artistica e popolare

Dal 2018 nelle strade di Napoli un occhio attento...

LIT, l’afro-sound di Napoli a cura di Jesa

L’Italia sta cambiando, Napoli sta cambiando, e c’è chi...

Mr. Pencil: da San Gennaro al Chicano

Siamo a Napoli, affollata come sempre. Un andirivieni di...

Scampia: il diritto d’immaginare (intervista a Davide Cerullo)

Non fa molto freddo in questi giorni; siamo in...

Co’Sang per sempre

Il 14 febbraio per gli innamorati del rap italiano...

Keep on rockin: TCK riapre la stagione delle Jam

Non sono passati pochi anni da quando Mos Def,...
- Pubblicità -

Altri articoli

Santo Diego: santificazione artistica e popolare

Dal 2018 nelle strade di Napoli un occhio attento...

LIT, l’afro-sound di Napoli a cura di Jesa

L’Italia sta cambiando, Napoli sta cambiando, e c’è chi...

Mr. Pencil: da San Gennaro al Chicano

Siamo a Napoli, affollata come sempre. Un andirivieni di...

Scampia: il diritto d’immaginare (intervista a Davide Cerullo)

Non fa molto freddo in questi giorni; siamo in...

Co’Sang per sempre

Il 14 febbraio per gli innamorati del rap italiano...

Keep on rockin: TCK riapre la stagione delle Jam

Non sono passati pochi anni da quando Mos Def,...
- Advertisement -