Dal 2018 nelle strade di Napoli un occhio attento può notare dei piccoli adesivi dedicati a Diego Armando Maradona. Il rapporto fra quest’ultimo e la città partenopea è noto a tutti ed ha trovato nell’arte urbana una nuova valvola di sfogo, negli ultimi anni e non solo. Si pensi al murale realizzato da Mario Filardi, e poi restaurato di recente, nei quartieri spagnoli per festeggiare il primo scudetto della squadra azzurra; si pensi ai tanti poster dell’artista argentino San Spiga, fino ad arrivare al ritratto di Jorit a San Giovanni a Teduccio. A tutto ciò mancava della sottile ironia, mancava la possibilità di essere davvero di tutti. Seppur l’arte urbana vive nelle strade ed essendo pubblica appartiene a tutti, fra le tante opere dedicate al Pibe de oro mancava l’opportunità di appartenere a tutti anche nella vita privata. Ci ha pensato Santo Diego, creando degli stickers prima divenuti santini e poi dei poster. Ad oggi, quest’ultimi, è possibile notarli ovunque, mura, vetrine dei negozi, sui motorini e non solo.
Abbiamo intervistato Santo Diego, per scoprire aneddoti e chi c’è dietro questi stickers che hanno invaso la città di Napoli, e non solo.
Innanzitutto parlaci di te, chi c’è dietro il progetto Santo Diego?
Ciao ragazzi, dietro il progetto di Santo Diego ci sono io.
Un ragazzo nato nel 1993, due anni dopo che Maradona è andato via dalla squadra del Napoli.
Non sono un grande appassionato di calcio, e questa cosa lascia un po perplessi.
Ma vi spiego subito il perchè.
Com’è nata l’idea?
L’idea che Maradona è un Dio passa per la testa di tutti i bambini napoletani che ascoltando i genitori o le persone che hanno vissuto quell’epoca si chiedono “ma veramente quest’uomo ha fatto tutto questo?”. Inoltre Maradona ha sempre combattuto contro tutti, contro qualsiasi forma di discriminazione e razzismo che purtroppo ancora oggi troviamo negli stadi e non, Napoli ne sa qualcosa.
Quando uscivo a scattare fotografie per un periodo ho visto solo Maradona, sotto qualsiasi forma artistica. Dopo aver creato la grafica ho iniziato a stampare adesivi a casa e ad attaccarli in giro, poi ho scoperto che alla gente piacevano, interagivano; ho incontrato persone che sono state fondamentali per l’avanzamento del progetto. Li ringrazio sempre tutti.
Ho incontrato San Spiga, ad esempio, mia grande fonte d’ispirazione e persona di gran cuore, che mi ha insegnato l’arte dei manifesti.
Come realizzi il tuo materiale? Qual è il tuo processo creativo ?
Ci sono tante persone che tengono a questo progetto tanto quanto me, tipo Gabriele il mio stampatore di fiducia che sa consigliarmi e darmi anche nuove idee.
Vado da lui, mi stampa fogli unici e io poi li assemblo per creare il manifesto finale.
Diciamo che mi diverte tagliare ed incollare oltre ad essere molto più economico di stampare un unico pezzo grande.
Domanda banale, ma obbligatoria: perchè secondo te Napoli ritiene Diego un santo, un Dio? Che rappresenta e cosa ha rappresentato?
Questa invece é la domanda che mi piace di più..
Napoli secondo me è una città piena di amore, amore che a volte può diventare “troppo”.
Diego è venuto qui e dal primo giorno ha cambiato la nostra storia.
Grazie al calcio ha fatto capire chi è, non un semplice giocatore. Un uomo Argentino che combatteva per i nostri diritti.. ha combattuto il razzismo, ma specialmente ha creato integrazione, perchè a Napoli si vive di calcio, e in quel periodo si respirava unione e amore
Hai qualche aneddoto? Qual è la reazione dei cittadini quando vede i tuoi poster?
Con Questo progetto ho saputo combattere la mia timidezza, mi piace regalare un adesivo alle persone per vedere la reazione.. quella che vedo più spesso è che se lo baciano, poi i più fedeli si fanno il segno della croce..
L’aneddoto che mi piace di più però è che all’inizio i miei adesivi erano stampati e casa e quindi su carta normale.
Ne misi uno su un palo e due giorni dopo lo trovai con lo scotch per preservarlo.. è stato emozionante.. poi a distanza di un anno ho conosciuto chi ha messo lo scotch, è stato bello ringraziarlo dopo tanto tempo.
Ci sono tante persone che mi raccontano le loro esperienze e pensano che grazie a Santo Diego hanno superato un ostacolo o un esame, ma questo penso che è solo merito loro e di nessun altro.
Sei stato anche fuori da Napoli, cambia qualcosa?
Fuori Napoli bisogna far capire che progetto è, certo sono più curiosi, ma a volte è difficile confrontarsi per far capire cosa è stato Maradona in questa città.
Mi diverte comunque andare in altri posti per attaccare manifesti e adesivi e spiegare le mie ragioni.
Ultimamente una russa ha fotografato un adesivo in olanda.. questo mi è piaciuto molto..
Parlando più in generale dell’arte urbana, secondo te qual è il suo potere? Spesso si parla di rigenerazione urbana.
L’arte urbana è la nostra corrente artistica, ormai abbiamo vere e proprie opere d’arte in tutte le città. Quando un muro grigio cemento prende vita, colore.. è li che parte la rigenerazione urbana. Credo che l’arte urbana ha un potenziale non solo artistico. Se vediamo un bimbo pensare davanti un opera d’arte anche per cinque secondi, l’arte ha vinto.
Ad esempio c’è Humanhero (e non solo) che ha donato tanto colore ai quartieri spagnoli con i suoi supereroi napoletani, e la gente del posto è stata contenta, ha interagito, ha ospitato gli artisti, e specialmente li ha ringraziati. Non dobbiamo pensare però che sia la soluzione ai nostri problemi, questo è sbagliato, ma vedere che molti artisti iniziano a lasciare le loro opere sui muri di Napoli mi fa essere ottimista.
Per concludere, quali sono i tuoi progetti futuri, continuerai ad usare i poster o hai altre idee?
Santo Diego nasce come adesivo e poster e continuerà verso questa via, mi piace sperimentare comunque anche altre tecniche ma gli adesivi non moriranno mai.
Purtroppo è sempre difficile organizzare qualcosa a Napoli, è un peccato per tutti quelli che hanno voglia di fare.