Il 21 settembre è uscito su Spotify il primo progetto musicale di Lorenzo Biscione, in arte Sneikinthewaves, dal titolo ”Empty waiting”.
Si tratta di un ep da 5 tracce, musica elettronica più nello specifico ambient potremmo dire. Produzione con tanto stile e personalità, pronte a trasportarti in un’altra atmosfera.
Lorenzo è di Napoli, classe ’99 e sembra promettere bene per la musica, soprattutto per un genere non molto approfondito in città come in Italia.
Durante un pranzo veloce in un takeaway partenopeo abbiamo avuto l’occasione di approfondire meglio il suo mondo.
Nonostante si tratti del tuo primo progetto si nota già tanta maturità e cura, frutto probabilmente di tanti ascolti. Come nasce la tua passione per la musica?
Avevo 9 anni e grazie soprattutto all’influenza di mio cugino mi appassionai al rock, iniziai anche a suonare la chitarra ma poi l’ho abbandonata subito.
Mi sono poi appassionato all’hip hop dopo qualche anno e da lì in poi ho iniziato a pensare di voler scrivere canzoni e fare musica. Ho sempre ascoltato molta musica anche se poi per tre-quattro anni non ho più toccato uno strumento. La mia ambizione era quella di cantare e rappare, insomma di metterci la voce, ma anche qui ci ho ripensato dopo poco. Non mi piaceva l’idea di prendere i beat da Youtube e quindi iniziai io a fare le basi per poi utilizzarle rendendomi conto di preferire la produzione al rappare, anche perchè di carattere non mi va di espormi chissà quanto.
Sei autodidatta quindi?
In realtà no, una volta presa la decisione di produrre andai in un negozio di strumenti alla ricerca di una batteria elettronica e lì ho trovato il mio insegnante. Ormai sono sei anni che studio con lui, ora a novembre inizio anche il conservatorio. Penso di essere uno dei pochi ad aver trovato un insegnate di musica elettronica, per caso tra l’altro. Mi ha spronato studiare con lui, è diventato un impegno vero e proprio.
Da cosa nascono le tue produzioni?
Tempo fa mi sono posto questa domanda. Io sono una persona allegra, tranquilla, però poi c’è un lato personale ed intimo che manifesto nella musica. Ho sempre ascoltato canzoni un po’ tristi e malinconiche. Con la musica tendo a rivelare una mia parte nascosta.
Come nasce il tuo nome d’arte?
Mi ha sempre mandato in crisi questa scelta, non mi è mai piaciuto dover scegliere un nome d’arte, tant’è che Sneikinthewaves mi è stato suggerito dai miei amici, un po’ per il mio cognome. Non c’è una storia particolarmente emozionante, è una storia tipo Post Malone che ha scelto il suo nome con il generatore automatico.
Mentre l’idea di realizzare un ep?
Prima di questo ep per un paio di anni vari amici venivano a casa mia, dove avevo creato un piccolo studio, a registrare. Io producevo e loro rappavano, col tempo però sono rimasto solo io a fare musica. Da 3 anni a questa parte avrò realizzato almeno 100 beat, per poi rendermi conto di quali potessero realmente essere validi. Sono molto autocritico e perfezionista. Ci tenevo molto ad essere soddisfatto realmente di una mia creazione, non mi andava di pubblicare la prima cosa che creavo, come in molti invece fanno. Dopo aver prodotto tanto ho quindi capito su quali basi poter lavorare bene, cercando anche di individuare le più originali fra loro, per poi (più o meno un anno fa) perfezionarle e realizzare le 5 tracce dell’ep.
Volevo prima sviluppare un suono personale. Non sono partito con l’idea di sviluppare un concept; chiaramente l’idea di creare un progetto c’è sempre stata. Un annetto fa ho realizzato due produzioni che trovavo in perfetta sintonia insieme, ne ho prodotte altre e ho capito che il tutto insieme andava bene. Importante è stata anche la mia crescita personale, prima non mi sentivo nemmeno pronto a pubblicare qualcosa.
Come sta andando?
Chiaramente i numeri non sono alti, ma molta gente che non conosco mi ha scritto e sono molto soddisfatto. Si tratta comunque della mia prima pubblicazione, è un genere molto particolare e comunque non mi aspettavo di attirare l’attenzione di molti. A breve uscirà un video, deve anche maturare ancora un po’ il tutto.
Hai detto di ascoltare tanta musica, dunque chi sono i tuoi punti di riferimento musicali?
Ascolto tantissimi cantanti, Frank Ocean e Drake sono i miei preferiti, ma mi ispiro veramente poco a loro. La musica elettronica magari mi influenza di più, artisti come Shlohmo, James Blake e Aphex Twin. Avril 14 di Aphex è sicuramente un brano che mi ha segnato molto, l’unione di piano ed elettronica mi piace molto.
Dove trovi quindi l’ispirazione?
Molto dagli ultimi artisti che ti ho detto prima, ma ultimamente trovo molta ispirazione dalla musica classica. Mi sta facendo impazzire la musica solo con pianoforte, tipo Erik Satie, probabilmente la sua composizione più famosa la conosci anche.
Tant’è vero comunque che il piano forte è molto presente nell’ep. Non sono pianista però, vado molto ad orecchio. Sono molto bravo sulla parte elettronica.
Che programma usi: Logic o Ableton?
Logic, ma per i live il secondo.
Io ragiono attraverso il computer sono bravo a modificare i suoni, a registrare.
Quindi hai fatto tutto da solo per Empty waiting?
L’album l’ho missato io, ma l’ho fatto masterizzare a Chicago, tra l’altro non l’ho segnato.
Mi piace fare il mix, ma il master no e ho cercato fra i dischi che avevo a casa qualche nome a cui affidare il mio progetto. Ci sono volute 4-5 mail per aver il prodotto come volevo, stando lontano non ci siamo potuti conoscere e capire subito, ma sono soddisfatto.
Se qualcuno ti chiedesse che genere fai, tu che gli rispondi? Sembra sempre difficile etichettare la musica elettronica.
Bella domanda.
Io dico musica elettronica, ma poi magari si pensa alla techno che è tutt’altra cosa. Per entrare nello specifico direi ambient o glitch, un punto di incontro fra questi due generi.
Si tratta comunque di sonorità distanti dal mediterraneo, magari più collegate ad ambienti freddi, dunque mi chiedevo Napoli c’è nel tuo ep?
Mi hanno influenzato tutte le relazioni che ho creato qui, quindi si, Napoli c’è nel mio progetto. Grazie a Napoli ho poi incontrato il mio insegnante e qui studierò al conservatorio. Napoli mi ha dato comunque tanto. Musicalmente non mi sono ispirato quasi a nessuno, salvo Luchè e Coco, l’elettronica inoltre qui va in un’altra direzione. Non ho mai sentito nessuno di Napoli con sonorità simili alle mie, anzi sarei curioso di capire se realmente sono l’unico, spero di no, mi farebbe solo piacere conoscere altri producer in questo ambito.
Nella musica elettronica/ambient si usa molto l’inglese, la tua è stata una scelta immediata? Hai mai pensato di usare l’italiano o addirittura il napoletano?
Essendo la mia musica più popolare in ambito internazionale è stato automatico per me pensare di realizzare qualcosa in inglese, ormai è una lingua universale, anche per il nome del progetto.
Il primo ragionamento è stato questo, ma non mi dispiacerebbe poter usare l’italiano o il napoletano. Credo sia difficile, soprattutto con quest’ultimo, ma non ci ho ancora mai provato ne trovato una persona con cui provarci.
Come tutti gli emergenti avrai cercato qualche etichetta o realtà simili che ti potessero supportare, com’è andata la ricerca?
Ho inviato l’ep a tante etichette, ma nessuno mi ha risposto ne addirittura scaricato il file. Tramite WeTransfer ti arriva la notifica sul download avvenuto e solo un’etichetta lo ha aperto, tra l’altro la mia preferita, quella di Shlohmo, ma non c’è stata poi risposta. Il nome Empty waiting viene proprio da questo.