Spotted: Nu Guinea, pionieri del Napoli sound

C’è un momento nella vita in cui nella propria mente cresce un’esigenza particolare di trovare nuovi stimoli, come se tutto ciò che avessimo fatto prima non avesse più valore e si ha bisogno di trovare e provare qualcosa di nuovo. Tutto ciò succede anche (e soprattutto) a chi è artista, per il quale aspirazioni e stimoli servono come il pane. Tutto ciò è successo a Massimo Di Lena e Lucio Aquilina due giovani ragazzi napoletani, rispettivamente classe ’88 e ’85, fondatori, nel 2014, del duo Nu Guinea, che però ha preso vita a Berlino. Al duo va collegata la nascita dell’etichetta discografica NG Records e inoltre Di Lena è fondatore, insieme a Dario Di Pace e Pellegrino Snichellotto, della Early Sounds Recordings etichetta madre per quanto riguarda la corrente del nuovo “Napoli Sound”, dove è giusto citare artisti come Rio Padice e i The Mystic Jungle Tribe.

Massimo Di Lena e Lucio Aquilina erano entrambi, intorno alla metà degli anni ’10 del 2000, due giovani prodigi della minimal techno e protagonisti assoluti della scena napoletana del tempo, poi è arrivato quel momento della vita e hanno deciso di cambiare, cambiare genere, cambiare aria, ed ecco quindi il “rifugio” a Berlino, ed ecco quindi i Nu Guinea: l’espressione perfetta della loro anima house, che viene fuori soprattutto nel loro primo disco omonimo uscito nel 2014. House, ma non solo, i Nu Guinea (in perfetto stile napoletano) hanno saputo inglobare nella loro musica matrici black, adottando sonorità funk, soul, jazz-funk, tribal, fusion e afrobeat, vedi l’EP “World” ma anche l’album “The Tony Allen Experiments”, per finire poi a tendenze disco, come testimonia “Amore”, EP uscito nel 2017 inaugurando la NG Records. Il loro ultimo disco “Nuova Napoli”, uscito ad Aprile di quest’anno, è il must-have delle loro pubblicazione. Le sette tracce comprese nel disco sono una fusione tra la tecnica di Massimo e Lucio nel suonare vari synth, tastiere e drum machine con l’abilità di altri strumentisti come Andrea De Fazio (batteria), Adam Pawel (percussioni), Roberto Badoglio (basso), Pietro Santangelo (sax) e Marcello Giannini (chitarra) e il cantato, rigorosamente napoletano, di Fabiana Martone. “Nuova Napoli” è un omaggio a Napoli da parte di due giovani nostalgici che hanno scelto di emigrare e allo stesso tempo è il tributo perfetto alla scena napoletana anni ’70-’80 di cui fanno parte Pino Daniele, James Senese, Toni Esposito e compagnia. Provate ad ascoltare uno dopo l’altro “Nuova Napoli” e l’omonimo disco di Toni Esposito uscito nel 1974, vi sembrerà che il tempo non sia passato mai.

Tributo si, ma anche evoluzione. I Nu Guinea, soprattutto con “Nuova Napoli”, rappresentano per la nostra generazione ciò che i Napoli Centrale (giusto per fare un nome) e i loro dischi rappresentavano per coloro che hanno vissuto quel periodo, dei ragazzi che con la musica, con il cosiddetto “Napoli Sound”, si sono guadagnati un posto nel mondo portando in alto il nome della città. Questo perché hanno conservato la tendenza artistica, tipicamente partenopea, di interiorizzare musica, principalmente black, proveniente dall’esterno per poi esprimerla a modo proprio, ma è il contesto che cambia. Se prima i Napoli Centrale parlavano di quanto erano “Ngazzate Nire” e Pino di come i potenti si “mangiano” la città mentre noi beviamo ‘na tazzulella e cafè, i Nu Guinea raccontano una differente generazione, tormentata dall’inquietudine dei tempi moderni e che perciò vulesse truvà pace, di come i giovani napoletani siano costretti ad emigrare per raggiungere i propri obiettivi e l’unica cosa che gli rimane è la nostalgia dei tempi passati a jucà a pallone ‘ngopp ‘e quartier.

Credits Photo: Nu Guinea

Alessandro Canonico
Alessandro Canonico
Appassionato di street art e musica elettronica, amante di Napoli e del Napoli. Scrivo per dare voce alla cultura.

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