La plastilina è un materiale plastico utile per la modellazione con la quale in tenera età tutti abbiamo avuto a che fare. Se si cerca la sua origine su Wikipedia si scopre una piccola diatriba, fra chi associa la sua creazione a Franz Kolb, nella Germania del 1880, e chi all’inglese William Harbut nel 1897.
Sta di fatto però che dalla fine dell’ottocento ad oggi questo materiale di strada ne ha fatta e seppur per molti resta un gioco per bambini in realtà con essa si può fare ben oltre.
La plastilina è infatti usata, ad esempio, nel mondo dell’animazione e lo sa bene l’italiano Stefano Colferai con le sue creazioni fra ironia, personaggi famosi, sneakers e non solo. L’abbiamo intervistato per scoprire il suo mondo.
Dal tuo sito apprendiamo che non essendo diventato un calciatore ti sei dato alla plastilina, come hai iniziato?
Ho iniziato qualche anno fa (2012) dopo essere stato ad una mostra disney in cui erano esposti i modelli in creta di alcuni dei miei personaggi pixar preferiti.
Stimolato dalla voglia di provarci anche io e di trasformare i miei personaggi dal 2d al 3d ho iniziato a giocare con la plastilina.
Da li non mi sono mai più fermato e il mio percorso è arrivato fino all’animazione stop motion.
Chi o cosa, ti ha ispirato ad intraprendere questo percorso?
In generale tutti i cartoni animati cult anni 90, in particolar modo toy story, space jam, il re leone, nightmare before christmas, il principe d’Egitto e zeta la formica. Non ho un mentore particolare, ho sempre avuto desiderio di passare le giornate a sporcarmi le mani e anche oggi continua ad essere così.
Sei molto attivo sui social, segui un tuo personale ‘’piano di comunicazione’’ o sei semplicemente molto produttivo?
Bella domanda!
Ho un piano di produzione personale che curo personalmente e va di pari passo al lavoro e alle commissioni. Credo che il lavoro stimoli la creatività ma in una discreta percentuale la spenga. Io cerco di trovare il giusto compromesso tra lavori pagati e progetti personali. Di solito la prima opzione non supera mai la seconda perché prediligo la sperimentazione e la ricerca.
Soprattutto perché la buona riuscita di un progetto personale può generare un precedente da cui le agenzie/studi possono ispirarsi per potenziali commissioni generando lavoro.
Io tento sempre di alternare produzioni che riguardano i miei interessi e le mie passioni cercando di non essere troppo ripetitivo.
Ad esempio seguo con interesse le uscite delle sneakers ma non con l’intenzione di ricreare una galley di lavori con sole sneakers. Stessa cosa per ritratti e tributi a personaggi strappalikes.
Mi piace molto dare libero sfogo alla fantasia, e acchiappare al volo il momento in cui mi si stampa in testa la fotografia di un movimento in loop animato, o anche solo un immagine con una bella composizione.
Quanto ci impieghi per creare un tuo lavoro?
Dipende dalla complessità, per un ritratto magari anche un giorno, per un animazione da due/tre giorni ad un mese (mi occupo di tutto il processo creativo: modellazione, scatto, postproduzione, eventuale sound).
Cosa cerchi di trasmettere attraverso le tue creazioni?
Cerco di poter trasmettere uno stimolo per accendere la creatività, magari grazie al fatto di aver realizzato un’ animazione divertente o anche dal solo modo di accostare i colori di un personaggio.
Di recente sei stato ospite da Apple, come si approcciano alla tua arte i vari datori di lavori?Dipende appunto con chi ti confronti. Apple ad esempio mi ha lasciato molta libertà, con il solo limite che c’era davvero poco tempo per la produzione dell’ artwork.
La plastilina è spesso collegata alla sfera dei bambini piuttosto che all’ arte.
In Italia come è riconosciuta ed apprezzata il tipo di arte che fai?
Direi bene! avere un approccio più artigianale e diverso dal resto del panorama dei creativi che realizzano video/immagini mi permette di distinguermi per quello che faccio e chi lo apprezza sceglie quindi il mio lavoro proprio perché è unico. Siamo tutti bambini vestiti da grandi 🙂
Progetti futuri? Hai mai pensato di organizzare una mostra?
Spesso e penso anche di poter lavorare più a produzioni che coinvolgono più professionisti per un progetto grande. Rispetto alle animazioni/creazioni da scrivania sarebbe bello poter mettere a disposizione le proprie abilità per lavorare a progetti di media lunga durata.