The Fisherman, il Ghana fra tradizione e modernità – (Intervista a Zoey Martinson)

Zoey Martinson, scrittrice e regista di origini africane lega i suoi lavori al tema della Diaspora e tra Africa, Londra e Stati Uniti creando un filo conduttore che porta ad un immaginario esotico dove il continente africano si mostra fra tradizione e modernità.

Ho incontrato Zoey alla Biennale di Venezia durante l’official screening del film ghanese da lei diretto, The Fisherman. Si tratta di una favola moderna ambientata in un pittoresco villaggio di pescatori, dove le tradizioni si mescolano con la cultura giovanile e i social media, come TikTok, creando un affascinante contrasto.

Durante il Q&A post-proiezione, Zoey ha condiviso riflessioni sul processo creativo e sulla volontà di raccontare storie radicate nella realtà africana, ma con una prospettiva globale. Alla fine dell’incontro ho avuto il piacere di scambiare due chiacchiere con lei, rimanendo colpito dalla sua passione e visione innovativa.

Cosa significa per te il Ghana?

Per me il Ghana è come un affettuoso abbraccio che si ripete di volta in volta. Un territorio pulsante ed accogliente ricco di valore umano. La capitale Accra è fantastica ma il vero Ghana – dove entri in contatto con persone di una semplicità unica – lo trovi nei villaggi, ed è confortante essere a conoscenza di queste realtà.

Mi trovavo lì al momento della scomparsa di mio padre e sentendomi spaesata ho subito notato un affetto smisurato della popolazione locale provando così a rimarginare le ferite. Il Ghana è il luogo dove potermi rifugiare, la mia zona di comfort sulle lunghe rive dell’Oceano. 

Ho trovato un film ricco di riferimenti alla cultura urbana. Come hai deciso di introdurla e in che modo?

Avevo la necessità di rappresentare l’attuale Ghana soprattutto attraverso la cultura urbana. In effetti, basta muoversi nei mercati generali o nei villaggi di pescatori per vedere ragazzi ma anche adulti avventurarsi in simpatici tiktok o magari trovare la venditrice ambulante di turno che attraverso internet impara nuove tecniche di vendita. Adoro raccontare questo aneddoto; prima di iniziare le riprese del film siamo stati accolti dal capo villaggio di Butre (piccolo Distretto Municipale nell’Ahanta dell’Ovest, Ghana) per rendere i nostri omaggi con la speranza di ricevere l’approvazione a girare.

Detto fatto, avevamo di fronte un cinefilo che ci ha subito svelato la sua passione per il cinema. Difatti, il village chief ha subito approfittato della nostra presenza per mostrarci un’intera lista di film internazionali che, con l’aiuto di un umile proiettore, vengono di volta in volta trasmessi nel villaggio dove le persone si riuniscono creando un’atmosfera leggera e spensierata. 

Ad oggi quando si parla di Africa ancora percepisco futili stereotipi da abbattere. In particolare, non è stato ancora idealizzato quanto il continente africano sia tanto accessibile quanto moderno. Internet e la tecnologia in generale riescono ad essere alla portata di tutti così da poter raggiungere ogni angolo della terra attraverso un semplice click percependo così un confronto quotidiano con differenti culture.

Vivendo attualmente in America posso confermare che questo scambio di informazioni riesce a dare tanta visibilità al popolo ghanese riscuotendo successo ed orgoglio nazionale. Soprattutto dal momento in cui usi e costumi della nostra tradizione compaiono su pellicole globali strappandoci magari anche due sane risate.

Secondo il tuo punto di vista, ad oggi esiste un’accesa discordia tra tradizione e modernità in Ghana? In che direzione si sta andando?

Non sono così sicura ci sia un’accesa discordia tra tradizione e modernità e non so neanche se sia così necessaria. É evidente che ci ritroviamo di fronte ad un notevole cambiamento epocale; quello che mi auguro è che ci sia sempre razionalità a livello societario anche perché usi, costumi e tradizioni rendono il territorio vivo e indennitario a favore di un possibile sano mutamento.

Un esempio su tutti riguarda una delle ultime scene del film che ovviamente non possiamo spoilerare. Quello che però possiamo dire di questo progetto è che troverete una sfida avvincente tra diverse generazioni e mentalità. 

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