Bloke Core: sulla scia del resell delle sneakers?

Come tutti sappiamo, il mercato delle sneakers è esploso soprattutto negli ultimi anni diventando sempre più di tendenza tra i Millennial e Gen Z, in particolar modo grazie ad alcune “trend silhouette” come le Nike Dunk, in particolare le Panda, passando per le New Balance 550 o, più recentemente, le Adidas Samba e le Campus ’00 che hanno decisamente sostituito l’hype delle Yeezy dopo la chiusura della collab con il marchio di Kanye West.

Gli introiti, per la maggior parte delle volte creati anche illegalmente grazie al mercato del resell, negli ultimi anni sono aumentati esponenzialmente.

Tornando indietro al 2017/2018, una Nike Dunk in collab con Off-White del compianto Virgil Abloh, si poteva acquistare senza nessun problema allo stesso prezzo con cui oggi si coppa a prezzo retail, e con enorme difficoltà, una Dunk basic.

Ma questo discorso, si sta ripetendo sul Bloke Core? O meglio, le t-shirt vintage del mondo del calcio, e non solo, stanno sostituendo il mercato delle sneakers?

La risposta è nel mezzo. Da un lato è così, dall’altro l’impatto delle sneakers difficilmente verrà sostituito definitivamente.

Un ruolo fondamentale lo sta svolgendo la figura dell’influencer, o forse sarebbe più corretto dire “fast fashion influencer”, ragazze e ragazzi con un seguito sicuramente non paragonabile a quello di Chiara Ferragni o simili, ma comunque con un impatto significativo su gruppi numericamente importanti di giovani.

Certo, c’è da dire anche che il mercato del resell delle sneakers ha raggiunto cifre che, attualmente, non sono assolutamente paragonabili a qualsiasi altro tipo di resell. Il BlokeCore però può essere realmente un qualcosa che inizia a far distogliere l’attenzione dalle sneakers di questi “venditori”.

Un ruolo molto importante nell’exploit di questo fenomeno l’hanno ricoperto anche figure come Hector Bellerin o Bukayo Saka, calciatori importanti e con un seguito ampio, che hanno portato avanti non indifferentemente la tematica.

Hector è da sempre una vera e propria icona di stile e fashion, oltre che ad essere un bravissimo calciatore, ma anche Saka, che recentemente ha posato per una collezione di Aimé Leon Dore non è assolutamente da meno.

Il discorso in realtà si amplia a figure ancora più influenti, non appartenenti al mondo del calcio, che recentemente hanno indossato e postato sui social maglie o tute vintage di varie società sportive: iconiche per Napoli i post di Drake con capi palesemente inerenti alla squadra azzurra.

Diversi sono i fattori e le figure che stanno influenzando questa tendenza, ma personalmente parlando credo che difficilmente il resell sulle t-shirt o tracksuit vintage possa realmente sovrastare quello delle sneakers, d’altronde siamo dinanzi a qualcosa forse di troppo primordiale e, in aggiunta, ad un mercato che presenta dei prezzi sui pezzi, scusate il gioco di parole, nettamente più alti rispetto quelli delle sneakers.

Inoltre, a discapito di tutto ciò, non va assolutamente dimenticato un fattore di rilievo nella visione globale, ovvero il numero di prodotti a disposizione è assolutamente limitato rispetto alle sneakers stesse: è come se fosse un continuo mercato di  Jordan 1 x Travis Scott Olive, uno degli stock più bassi di sempre in tutto il mondo (circa 100k pezzi), catapultato in un mondo che, oggettivamente, non offre tante altre strade per comprare qualche altro pezzo.

Tirando le somme, sembra molto difficile che il resell BlokeCore possa sostituire quello delle sneakers, più probabile che possa creare infastidire il “fast fashion”, attuale, dei luxury brand.

Sostanzialmente è difficile creare un pensiero univoco e certo su che direzione sta prendendo il BlokeCore, ma la parte interessante e “affascinante” del resell, ed anche della moda, è proprio questa sfaccettatura della visione generale: siamo dinanzi a mondi in cui si viaggia sempre a velocità elevatissime, con menti che spostano ed adattano i propri pensieri in base a quello che il popolo richiede.

Insomma BlokeCore vintage, ma neanche troppo…

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