Fuossera, il ritorno della Resistenza

I Fuossera sono tornati con un album che è un vero e proprio manifesto del rap. Il loro ultimo lavoro in studio, Ghetto Resistenz, racconta la vita senza filtri attraverso delle parole che arrivano come delle coltellate dóci. Secondo il gruppo il Rap è morto da tempo, come recita un loro post Instagram, ma mi sento di dire che grazie a loro sta vivendo di nuovo. Magari sarà una vita breve ma almeno lo sarà all’insegna della Resistenza.

Non è mero intrattenimento, non è mainstream, Ghetto Resistenz è sinonimo di autenticità e di voglia di lottare da parte del gruppo napoletano. Questi ultimi non hanno mai abbandonato la loro impronta underground, anzi, l’hanno migliorata grazie alla maturità che solo più di 25 anni di attività (festeggiati nel 2023 con l’EP Forever) possono dare.

Un quarto di secolo di resistenza culturale

Quando i Fuossera hanno celebrato i loro 25 anni di carriera con l’EP Forever nel 2023, non stavano semplicemente festeggiando un traguardo anagrafico. Stavano riaffermando un’identità che ha attraversato generazioni di hip hop italiano senza mai piegarsi alle mode del momento e, al tempo stesso, stavano lanciando un messaggio chiaro e forte alle nuove leve del rap. Ghetto Resistenz è il naturale proseguimento di quel discorso: non un disco nostalgico, ma la prova che la coerenza artistica può maturare senza perdere mordente. Con queste 15 tracce il messaggio si amplia e ribadisce la voglia di non scendere a compromessi con ciò che ora è diventato, ad oggi, il mondo della musica.

“Mai sul”: l’essenziale contro l’effimero

“Mai sul” è la traccia con cui i Fuossera toccano qui un tema cruciale: cosa resta davvero quando tutto il resto svanisce? La risposta è netta e senza compromessi – restano i legami autentici, le persone che contano, le radici che ti tengono ancorato alla tua terra. Il brano è un manifesto contro il materialismo. Il gruppo napoletano ribalta questa logica con una verità scomoda ma liberatoria: davanti alla morte siamo tutti uguali, e “C’accurgìmm ca’ sìmm povere ‘ncièl'”. È un verso che riporta tutto all’essenzialità. Non è intriso di pessimismo ma di lucidità: è la consapevolezza che l’unica ricchezza vera sta negli affetti, nell’appartenenza, nella capacità di restare umani in un mondo che ti spinge costantemente a venderti. “Mai sul” è resistenza nella sua forma più pura: resistere alla tentazione di perdere sé stessi per qualcosa che, alla fine, non vale nulla. È Ghetto Resistenz.

Il concetto viene ribadito ad ogni traccia, diventa maturo ad ogni rima cantata dal gruppo e dagli ospiti che hanno deciso di includere (Enzo Dong, NOXY, Kepa & Cecchy). La resistenza, il fuoco vero, arriva con Esercizio (Freestyle) che è il cardine di quest’ultimo lavoro, il suo manifesto oserei dire.

Collaborazioni come alleanze

Gli ospiti di Ghetto Resistenz non sono semplici featuring. Sono alleati nella stessa battaglia culturale, voci che condividono la stessa urgenza espressiva. Ma sopratutto sono degli amici. Ogni collaborazione suona come un riconoscersi in una trincea comune contro il voler ridurre a mero intrattenimento il rap italiano.

Il concetto è chiaro: il Rap è ancora al sicuro se a cantare (e a scrivere) ci sono i Fuossera.

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